Costacurta è sicuro: “Lazio-Bayern? I tedeschi non saranno contenti. L’Atalanta è inferiore al Real, ma…”

Alessandro Costacurta, ex difensore del Milan e attuale opinionista Sky, ha parlato dopo il sorteggio di Champions League che vedrà impegnate tre squadre italiane, ovvero Juventus, Lazio e Atalanta: “Lazio-Bayern? Loro sicuramente non saranno contenti, sanno che incontrano una squadra vera come la Lazio. Juventus-Porto? La Juventus ha tempo per migliorare. Il Porto è già inferiore, la Juve però da qui a febbraio …

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Bernardeschi, un piccolo Cimabue conteso da Inter e Juve

Federico Bernardeschi ruba la scena a Gigio Donnarumma: è lui il gioiellino del momento. Ala sopraffina dell’Under 21 di Luigi Di Biagio, ha messo in cascina ventitré segnature in novantatré partite con la maglia viola. Ha conosciuto già la vertigine della nazionale maggiore, con nove presenze e un goal. Insomma, 23 anni e già un …

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Orsolini e Favilli: l’oro di Ascoli

“Abbiamo dormito dentro i sacchi a pelo, è stata un’esperienza che solo chi l’ha vissuta può capire” racconta un ragazzo 19enne, con lo sconforto nel cuore, a una trasmissione tradizionalmente spigliata e divertente come Quelli che il calcio… Era il 5 Marzo scorso e Riccardo Orsolini, attaccante dell’Ascoli di proprietà della Juventus, stava raccontando le sue emozioni …

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Il Capitano dei cieli: l’eroismo immemore di Valentino Mazzola e Gaetano Scirea

Il capitano, Cicerone dalle ambiziose responsabilità, locomotiva di un’equipe professionale.

Nel calcio poi, che è materia bruta da manipolare in mezzo a un’angusta incertezza, colui che porta la fascia sul braccio ruggire alla Berry White e pedalare come un porteur qualunque.

Chi è il più grande capofila della shakespeariana histoire del calcio italiano?

Condottiero del Grande Torino

Leggendo tra le righe del romanzo granata, ritroviamo lettere compatte e fulminanti: Valentino Mazzola.

Emblema sportivo del Dopoguerra, figlio di una miseria sociale tramutata in eroismo con le sue stoccate da pregevole ambidestro.

L’Italia scavava nei cumuli assordanti di macerie familiari per cercare piccoli sogni da innaffiare nel quotidiano. Dopo la liberazione alleata del 25 aprile 1945 era possibile imbastire un sorriso privo di lacrime vermiglie. Ciò comportava il sacrifico totale di tutta la Penisola.

Il quarto d’ora granata si stagliava nelle menti dei protagonisti della Resistenza come la filosofia da perseguire.

Nel blu dipinto di blu del Modugno e la rosselliniana Roma città aperta ne rappresenteranno il sottofondo.

Quando il Grande Torino attraversava momenti di balenante difficoltà nel pieno degli agguerriti tornei nazionali, il capitano si alzava le maniche per indicare la via maestra alla poderosa carovana piemontese.

Lampo di sconvolgente determinazione posato sul Filadelfia e nei restanti stadi di prima divisione. I gendarmi più anziani della squadra riconoscevano a Valentino il trono di leader assoluto, Mole Antonelliana del reparto offensivo di Erbstein e Lievesley.

Il “Tulen” dell’infinito

Mazzola, occhi sicuri, spalle coriacee – che han conosciuto giornate di lavoro tremende – vita privata senza sbavature. Nasce a Cassano d’Adda il 26 gennaio 1919 da una famiglia modestissima che gli insegnò a guadagnarsi il pane fin da piccolino.

I vicini di casa lo soprannominavano “tulen” perché gli piaceva calciare le lattine che trovava per strada.

Aveva un tiro pauroso già allora. Leggende popolari narrano che in una partitella all’oratorio il giovincello Valentino era sul dischetto per calciare un rigore decisivo.

Il portiere difendente cercava di intimidirlo con la speranza di fargli perdere la concentrazione, ma il giovane asso gli intimo di farsi da parte per evitare guai.

“Il tulen” partì e sferrò un destro centrale di rara potenza, capace di far entrare in rete sfera di cuoio e numero uno avverso. Consuetudine riprodotta per tutta la sua inestimabile carriera.

Duello tra Madama e Toro sul mercato

Mentre ardeva la soffocante estate del 1942, quella in cui Stalingrado diventava epicentro del disastro mondiale, arrivava il treno più importante per la sua realizzazione professionale: il Torino di Ferruccio Novo lo soffia furbescamente alla Juve e lo paga 1.250.000 lire.

20 settembre dello stesso anno, pomeriggio che conclude la bella stagione, attesa trepidante, il dieci esordisce in Coppa Italia con una doppietta da bomber navigato nonostante la tenera età.

Dopo la guerra Mazzola sale in cattedra prendendo per mano il suo club e portandolo a realizzare tutti i sogni calcistici possibili secondo le ambizioni degli anni Quaranta.

Scudetti, coppe Italia e un intero gruppo trapiantato in azzurro. Arma letale con brillantina e divisa sempre ordinata, abitava in un appartamentino di via Torricelli nella capitale dell’ex Regno sabaudo.

Il capitano aprì un negozio di articoli sportivi, cucendo i palloni con le sue vigorose mani. Per un po’ di tempo ha lavorato anche al Lingotto, una delle fabbriche piemontesi di maggior successo. Il suo scatto era riconducibile a quello del figlio del vento Jesse Owens e la sua resistenza fisica era tipica di un fondista etiope del Duemila.

Il Gandhi del football mondiale

Bisogna dire che un altro gentiluomo del panorama sportivo italiano, ha lucidato i gradi di Capitano dei cieli: Gaetano Scirea.

Numero sei serafico e mordace, nato nel nebbiolo della Val Padana e cresciuto a pane e rispetto da una famiglia di origini sicule.

Instaura un legame indissolubile col pallone frequentando il gruppo sportivo “Serenissima” di Cinisello Balsamo. Indossa la maglia di stoffe cortesi dei locali, intraprendendo diligentemente il ruolo di centrattacco.

Il dirigente della Serenissima San Pio X  gli spalancò le porte delle giovanili atalantine durante la primavera del 1967: gli orobici Scirea impara a fare l’ala destra, sviluppando un nobile tocco di palla.

Correva tanto e portava a casa un bottino impressionante di goal. La sua spiccata visione di gioco spinse il mister delle giovanili nerazzurre a posizionarlo a centrocampo per intelaiare la manovra.

Campione sporco d’olio

Al tramonto della sua adolescenza alternava allenamenti con la Primavera della dea a mattinate di lavoro come tornitore nell’officina dello zio a Cernusco.

Questa occupazione all’insegna dell’olio di motore lo accompagnò anche dopo l’esordio in Serie A. Il tecnico dei bergamaschi Castagner lo teneva d’occhio. Da buon intenditore di leve promettenti svezzò il verde Gaetano schierandolo come libero alle spalle dello stopper Percassi, futuro presidente dell’Atalanta.

Capitano illuminista

Scirea afferrò al volo i compiti impartitigli dal mister, interpretando il nuovo ruolo con approccio illuminista. Non si limitava a difendere la propria porta, ma organizzava il gioco della squadra, concedendosi inserimenti improvvisi che puntavano fino all’area avversaria.

Parliamo del Beckenbauer italiano. Parliamo dell’unico Gandhi apparso nei meandri degli algidi musei calcistici. Era modernità da Belle epoque impressa in un fisico altamente performante.

Senso tattico superiore alla media, correttezza da record con la bellezza di zero espulsioni in carriera, qualcosa di formidabile pensando al ruolo che ricopriva.

Campione del mondo favoloso tra le corride da tremore alle ginocchia di Spagna ’82. Campione di tutto e recordman di presenze da capitano generoso con la Juventus Trapattoniana.

Middle class in the paradise!

Si dice che la classe operaia alla fine dei suoi giorni vada in paradiso.

Valentino e Gaetano, oltre a conquistare l’immensità misteriosa dell’epica umana, hanno lucidato la corona del contesa leale, firmandosi negli annali del football come Capitano dei cieli.

Padri indiscussi dello sport più bello di sempre. Quello che edificava le persone. Comune denominatore che ardeva l’anima, riempiendo di romanticismo le vene del volgo.

Capitano, o’ mio capitano…

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Elogio del secondo posto

“Il secondo è il primo dei perdenti” diceva un vincente come Enzo Ferrari. La vittoria, infatti, è un’ossessione, che può portarti a grandi gioie (bussare alle porte con scritto Conte o Mourinho) o a dolori incredibili. Ne sapeva qualcosa un signore dall’accento romano, che però da quando vive nelle Midlands e precisamente a Leicester si è scrollato di dosso questa …

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Ma il cielo è sempre più Blues

“Don’t stop me now!” cantano Hazard, David Luiz e Diego Costa. Dirige l’orchestra il Maestro Antonio Conte. No, non hanno alcuna intenzione di fermarsi, continuano a correre (e quanto corrono…); il loro obiettivo è chiaro e di certo non lo molleranno. Lo scorso anno, il peggior Chelsea degli ultimi anni sprofondava in classifica con zero tituli, …

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Allegri a Matri dopo Milan-Juventus: “Ma vaff…”

Allegri e Matri, simpatia e rispetto reciproco. I due hanno vissuto insieme sia l’esperienza di Cagliari che quelle di Milan e Juventus. Quando Allegri allenava il Milan e Matri giocava nella Juve di Conte, vi fu un siparietto divertentissimo. ALLEGRI A MATRI: “MA VAFF….” Milan-Juventus, è la partita del gol di Muntari. Dopo il vantaggio …

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Jeroen Zoet: è nata una stella

A giro di boa ormai avvenuto, l’Eredivisie può vantare un particolare primato: quello di veder partecipare la migliore difesa d’Europa. Il PSV, infatti, ha subito solo 8 reti nelle 17 partite del girone d’andata, con una media di 0,47 reti subite a partita. Meglio della Juventus (14 reti in 18 partite), del Villarreal (12 in 17), del Tottenham …

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Tevez e Veron: che cos’è l’amore?

Che coss’è l’amor / Chiedilo al vento / Che sferza il suo lamento sulla ghiaia / Del viale del tramonto (Vinicio Capossela) La bomba di mercato della fine del 2016. che ha visto Carlos Tevez approdare allo Shanghai Shenhua per la modica cifra di oltre 40 milioni di euro all’anno, ha spiazzato un po’ tutti. Non …

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Se le partite di Serie A fossero delle festività!

Ci stiamo avvicinando sempre più al Natale, e così anche alla fine dell’anno e all’inizio di quello che si spera sarà un anno buono per tutti sotto tutti i punti di vista. Bene, il momento attuale dell’anno ci sembra propizio per domandarci: e se le partite di Serie A fossero delle festività? Giudicate voi il risultato. …

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Superclàsico, trionfo Boca nel segno dell’Apache

COME UN LUPO  Carlos Tevéz ha ancora il solito vizio di decidere le sorti delle partite. Questa volta, specifichiamo, l’Apache non ha deciso un match qualsiasi, bensì il Superclàsico, il derby di Buenos Aires. Non era banale il contesto, non lo era il giocatore, non lo è stata la prestazione e tantomeno il gol del vantaggio, annoverabile tra i più belli …

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La scuola calcio del maestro Gasperini

Principi di gioco solidi, bel calcio, 3-4-3, pressing, cuore, umiltà, dedizione. Potremmo continuare all’infinito per descrivere un uomo che nelle sue esperienze, sia da calciatore, ma soprattutto da allenatore, ha sempre avuto la stima e l’affetto di tutti. Anche nell’ambiente di chi l’ha trattato male, di chi non ha avuto pazienza per le sue idee …

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Rodrigo Bentacur, detto Lolo

Lolo sta camminando per le vie di Nueva Helvecia, un paesino nel sud dell’Uruguay. Cammina e mentre attraversa le strade polverose del paesino dove è nato sogna. Sogna di trovarsi in una città più grande, non che non gli piaccia la sua, sia chiaro, ma vuole di più. Magari Buenos Aires, nella vicina Argentina. O …

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Se le partite di Serie A fossero… dei tipi di donna!

Le donne e il calcio, un binomio apparentemente molto distante. Per far conciliare mondo del pallone e universo femminile abbiamo deciso che questa volta paragoniamo le partite di Serie A del dodicesimo turno a delle tipologie di donne. Vediamo un po’… Napoli – Lazio: la 2000 in discoteca. Sappiamo tutti cosa succede il sabato sera …

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Se le partite di Serie A fossero…dei giorni della settimana!

Che tragedia il lunedì, quando ricomincia il lavoro, la scuola o chicchessia dopo il weekend. Poi c’è il martedì, siamo solo al secondo giorno. Con mercoledì siamo già a metà settimana o siamo solo a metà settimana? dipende dai punti di vista. Il giovedì si pregusta aria di fine settimana.Poi finalmente venerdì e il weekend …

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Oggi in edicola: si chiude il mercato, Juve regina indiscussa

La Juve, pur non avendo ultimato il colpo Witsel, rimane la regina del Mercato, la Gazzetta infatti le assegna un bel nove in pagella: Higuain, Pjanic, Dani Alves, Benatia, Pjaca e Cuadrado per una rosa da brividi. Segue il Napoli che come ricorda il Corriere piazza ben sette colpi, Maksimovic in data odierna dopo una …

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