Ultimo aggiornamento 20 Ottobre 2022 18:23 di Giulia Bianchi
Bernd Reichart, nuovo CEO della Superlega, ha parlato al programma radiofonico spagnolo El Larguero soffermandosi su come l’idea di questa competizione non sia ancora stata abbandonata, anzi.
Queste le sue parole: “E’ un percorso lungo, ma abbiamo l’umiltà di percorrerlo passo dopo passo e senza pause. Oggi è stato un giorno importante perché abbiamo comunicato le nostre intenzioni e invitato il calcio europeo ad un dialogo. E fa piacere vedere le porte aperte al dialogo. In un certo senso l’UEFA si è mossa più nelle ultime 12 ore che negli ultimi 18 mesi”.
Riguardo ad uno dei temi che più ha fatto discutere, ovvero la meritocrazia e i criteri di inclusione all’interno della lega, risponde così: “Vogliamo creare un sistema che permetta ai club di crescere attraverso il merito sportivo. Un sistema aperto con possibilità di sognare e fare le cose bene, col merito sportivo si può aspirare a tutto. Non una competizione chiusa, ma basata sulla meritocrazia. Il concetto di posto fisso non è qualcosa che stiamo attualmente contemplando”.
Uno dei punti su cui la Superlega basa la sua tesi è la spettacolarità e l’incremento di interesse che genererebbero partite tra club di prima fascia: ” Il nuovo formato della Champions va nella direzione sbagliata, aumentando le partite della fase a gironi. Ci sono club che non si affronteranno fra di loro, ma che saranno nella stessa classifica… sarà difficile seguirla con passione, è importante far affezionare i giovani alle partite in diretta e con maggiore appeal. Real Madrid-Barcellona quattro o cinque volte all’anno crea interesse e può far espandere il calcio”.
“La Superlega è molto viva, dico con sicurezza che in Europa ci sono dei club che condividono la visione di Juventus, Real Madrid e Barcellona e ora hanno la possibilità di far valere ciò che pensano”.
Matteo Gregori