Ultimo aggiornamento 21 Settembre 2022 21:05 di redazione
Una seconda giovinezza. La nuova avventura in Serie A dell’ex attaccante della Juventus Paulo Dybala, ora in forza alla Roma, sembra essere iniziata nel migliore dei modi.
La Joya si è da subito ambientato nel nuovo ambiente capitolino, mettendo a segno da inizio campionato ben 4 goal e 2 assist. E sembra che il meglio, debba ancora arrivare.
Convocato dal ct Scaloni per i prossimi impegni con la nazionale Argentina, Dybala ha avuto modo di rispondere ad alcune domande per ESPN Argentina.
Il fuoriclasse albiceleste ha avuto modo di parlare della sua condizione fisica, del suo allenatore Jose Mourinho, e del suo passato, la Juventus. Della sua condizione fisica ha parlato così, specificando come, nonostante sia infortunato, non abbia voluto lasciare il ritiro dell’Argentina:
“Domenica avevo un affaticamento, sentivo che non ero al 100% e i medici lo sapevano. Era necessario saltare una partita prima di saltare un mese. Lo hanno capito, per fortuna poi i risultati degli esami sono andati bene. Quando si avvicina il Mondiale si vuole sempre andare in nazionale, non volevo mancare. Tutti lavoriamo per andare al Mondiale, poi sarà il ct che farà la lista. Da argentino c’è sempre l’illusione di voler andare al Mondiale. Personalmente lavorerò nello stesso modo: dando tutto col mio club per il ct mi veda e possa contare su di me”.
Ha poi parlato dei suoi primi mesi da giallorosso, specificando come gli ultimi mesi ai bianconeri siano stati particolarmente complicati:
“ Se alla Roma sono tornato a sentirmi importante? Sì, gli ultimi anni alla Juve non sono stati facili, cambiare aria mi ha fatto bene.”
Infine, parlando di Jose Mourinho, ha voluto raccontare un aneddoto riguardante la scorsa stagione, puntualizzando come il portoghese sia stato decisivo nella scelta di accasarsi alla Roma:
“A Roma con la Juve stavamo vincendo 4-3 e l’allenatore mi ha tolto. Mourinho si è avvicinato alla panchina per salutarmi e mi dice: «Sei un fenomeno». Questo episodio mi è rimasto in testa, ma non potevo sapere poi cosa sarebbe successo con il rinnovo alla Juve. Quando poi mi ha chiamato la prima volta, lui mi ha chiesto se mi ricordavo di quel momento. E io: «Certo, come potrei scordarmene. È stato un onore». Poi mi ha detto: «Bene, ora devi farlo per me». Mi ha chiamato anche nei giorni successivi ed è stato facile decidere. Lavorare con lui è facile. Lui come anche il ds mi hanno parlato del progetto e della voglia di continuare a vincere come hanno fatto lo scorso anno. Essere protagonista in una squadra così mi aiuta tanto.”
Giulio De Pino