Ultimo aggiornamento 30 Aprile 2017 10:55 di admin
Nascere a Nocera Umbra e passare una vita a correre dietro ad un pallone, correre da mezz’ala destra, correre in tutti i ruoli del centrocampo fino a perder fiato. Uno generoso, un lottatore che con le maglie di Modena, Parma, Palermo e Torino ha raccolto forse meno di quanto avrebbe meritato. Mai una chances in una big, mai una parola fuori posto, un ragazzo umile e sempre pronto ad aiutare in mezzo al rettangolo verde che lo vide protagonista fino alla fine della sua carriera.
QUELLA CORSA VERSO LA GLORIA
Forse il tutto sarebbe stato ancor più magico se in quel mondiale stravinto dagli Azzurri, contro la Repubblica Ceca, Inzaghi a tu per tu con Cech avesse passato la palla a Simone che con una corsa disperata aveva accompagnato il compagno sperando potesse passargliela per coronare un sogno cullato sin da piccolo. Segnare un gol in un Mondiale di calcio. Peccato che quel sogno si interruppe perché Inzaghi anziché passargliela, superò il portiere e segnò. Tutti contenti e tutti felici, ma Simone ancora ricorda quella sgroppata e quella speranza distrutta dall’esultanza di Super Pippo.
“In quei secondi non ho pensato a niente, sono semplicemente partito al fianco di Pippo. Sono sincero: speravo me la passasse, ma anche no. Poteva essere rischioso. L’importante è esserci stato”. Questo è stato il suo più bel non gol della storia del calcio.
LA CARRIERA DI SIMONE TRA SOGNI E REALTA’
Una modesta carriera che recita: 24 reti in quasi 400 gare da professionista, un Mondiale vinto in Germania e tanta voglia di calcio. Arrivò al calcio che conta con Del Neri che guidava ai tempi quel famoso Chievo dei miracoli. Passò poi al Parma ed al Palermo. Dopo il Mondiale del 2006 venne acquistato dal Torino dove purtroppo subì un grave infortunio che ne destabilizzò la carriera. Smise col calcio giocato nella stagione 2012 a Livorno, dopo una parentesi a Cagliari.
Nella vita correre è la cosa più importante, correre in mezzo al traffico, correre per un appuntamento importante, correre per andare a pranzo. Simone però ha capito che spesso correre non porta a nulla se non a sognare ad occhi aperti ciò che poteva essere e non è stato ma che, in cuor suo, rivive come uno dei momenti più belli della sua carriera.
In fin dei conti Simone Barone ha vinto un mondiale, Messi, Neymar e CR7…. no
Emanuele Giubilei