Ultimo aggiornamento 13 Aprile 2017 9:46 di admin
Esisteva negli anni ’50 una nuova cultura, definita da molti come spazzatura, in quanto composta da gente sporca, ribelle, arrabbiata con la società, non omologabile con il perbenismo dilagante. La Beat Generation (in Italia Capelloni), un movimento di giovani dissidenti contrari alle imposizioni dello stato, aperti alla sperimentazione, narrati dalla penna drogata di Jack Kerouac nel suo romanzo maledetto, On the road: un viaggio per tutta l’America, la terra dei sogni e della speranze, senza un soldo, senza un lavoro e senza referenze, solo voglia di viaggiare. Senza problemi. Senza garanzie. Senza un futuro.
A 19 anni, durante un allenamento con la prima squadra del Barcellona, il giovane Carles Puyol si sentì chiedere dall’allenatore Van Gaal perchè non si tagliava quei capelli lunghi. “Non hai abbastanza soldi?”. Carles rimase in silenzio, e da quel giorno il suo look è rimasto identico. Forse se Louis non avesse detto niente li avrebbe accorciati il giorno dopo, magari si sarebbe pure rasato a zero, ma questo è il carattere di uno dei più rocciosi difensori della storia del calcio recente: Carles Puyol, colonna portante del Barcellona e della nazionale spagnola (e catalana!) compie oggi 39 anni, ed ha ancora i capelli lunghi.
La lunghezza dei capelli non basta a definire Puyol un vero “beat”: un capellone che si rispetti va contro le regole, è anticonformista, un movimento giovanile che protesta contro il potere. Lui, catalano nel cuore e nell’animo, nonostante un mondiale e un europeo vinto con la “odiata” nazionale spagnola, ha vestito anche la maglia della nazionale catalana, e vanta addirittura una vittoria nel suo Camp Nou contro l’Argentina per ben 4-2! E in Spagna, più controcorrente di un catalano scissionista, non c’è molto; lui che ha sollevato la Coppa del Mondo con la bandiera giallo-rossa…
Ma Puyol non è famoso solo per i suoi capelli lunghi e bistrattati, un po’ stile attore medievale: il numero 5 del Barça è stato soprattutto un baluardo della difesa, uno dei più rocciosi difensori mai visti della storia. Iniziò la sua carriera come terzino destro, regalando grandi prestazioni. Ma è al centro della difesa che ha dato il meglio, ringhiando su ogni pallone che gli capitava nei paraggi. Non era particolarmente veloce, ma questo non significava niente: se avevi a che fare con lui, dovevi girargli largo per evitarlo. E se quel Barcellona della decade 2000 divenne famoso per Messi, Ronaldinho, Xavi e Iniesta, è fondamentale ricordarsi del capellone che dietro, con la fascia da capitano, fermava le avanzate degli avversari.
39 anni di Carles Puyol, uno che ha fatto della serietà sul lavoro e dell’impegno un marchio di fabbrica, uno stile. Nonostante la città di Barcellona offra uno svariato menu di divertimenti e luoghi da movida, lui, ligio al suo dovere di capitano, non ha mai ceduto alla tentazione: il calcio prima della discoteca. Vaglielo a dire ai ragazzini di ora che pensano ai lacci dorati delle stringhe…