Ultimo aggiornamento 23 Marzo 2017 17:30 di admin
Ogni interista che si rispetti è capace di elencare la formazione scesa in campo nella finale di Madrid come fosse una filastrocca. E ad ogni nome pronunciato corrisponde immediatamente una fiumana di emozioni e ricordi che riaffiorano con gioia portando, però, quel pizzico di nostalgia che si ha normalmente quando si ripensa ai bei tempi passati.
Per quanto quegli eroi siano tutti speciali non si può però dire che tutti abbiano lo stesso posto nei cuori neroazzurri. Il punto di forza di quella corazzata Mourinhana era la solidità difensiva e, tra le retrovie, c’era un giocatore soprannominato The Wall pronto a sputare sangue per quella maglia, capirete che ci saranno sempre giocatori più uguali di altri. Il muro era, è, e sempre sarà Walter Samuel, marcatore mostruoso, insuperabile nell’uno contro uno e capace di far sempre male in area avversaria. Ma queste sono solo caratteristiche tecniche, la punta dell’iceberg dell’essenza di questo campione.
La sua presenza autoritaria in campo era racchiusa tutta in un gesto che era solito fare nei primi minuti dei match più caldi: spesso Samuel interveniva in tackle duramente sull’attaccante più forte o su quello che avrebbe dovuto marcare facendosi quasi sempre ammonire, apparentemente senza motivo.
Però dietro quella sua peculiarità c’era di più, faceva capire subito all’avversario che la partita sarebbe stata dura, che esigeva uno scontro tra uomini e non una gara a chi reclamava di più con l’arbitro. Un giocatore vecchio stampo trapiantato nel calcio moderno che col peso della propria leadership conquistava il rispetto di tutti e l’ammirazione dei tifosi di altre squadre. Mai una parola fuori posto e tanta concretezza in campo, queste le chiavi del suo palmarès infinito e dei successi ottenuti ovunque abbia giocato.
Ricordato con tanto affetto anche a Roma, quando alla prima stagione in Italia vince da protagonista lo storico scudetto del 2001. Quello era un giovane Samuel capace però di mostrare subito le proprie qualità, tanto da attirare, qualche anno più tardi, l’attenzione del Real Madrid che sborsa 25 milioni per averlo subito. Dopo un anno non esaltante con i blancos, Walter passa all’Inter dove vive uno dei periodi più felici della storia neroazzurra. 9 stagioni da leader nelle quali il muro si esprime al massimo dei suoi livelli riempiendo la sua bacheca di trofei. Dopo aver concluso la sua carriera col Basilea e dopo 22 anni passati tra i professionisti, Samuel decide di ritirarsi dal calcio giocato e ora fa parte dello staff tecnico di Pioli a testimonianza del rispetto che nutre tutto l’ambiente interista verso di lui.
Rimarrà per sempre uno dei nomi più emozionanti di quella filastrocca neroazzurra, probabilmente per la sua capacità di dare quella grinta e quel carattere alla squadra campione di tutto, ovviamente in religioso silenzio.
Buon trentanovesimo compleanno Walter.
Federico Casna