Ultimo aggiornamento 12 Marzo 2017 21:36 di
L’estro del numero 8 illumina i desideri promozione del Lecce.
Interno di centrocampo con suadente visione di gioco, discreto senso del goal e ultimo passaggio. Nato a Barcellos il primo gennaio 1991, tra baccalà dolcissimi e le numerose effige dei Sousa e dei Rui Costa.
Parte dal Gil Vicente, poi sbarca nel Bel Paese, al Dorando Pietri, mica sulle vertigini della A, ma in eccellenza. Passa per la primavera nella genesi del Sassuolo.
Esplode in Serie D: al Teramo, all’Ancona e poi al Messina segnerà in tutto ventisette marcature, conquistando la Pro coi siciliani.
Un ottimo passpartuot per fare il salto definitivo di categoria: arriverà una B di puro fattore “C” con l’Entella, amen.
E alla fine il Lecce, ancora Lega Pro, tra le ambizioni di purgatorio nell’inferno salentino. Molto strano che il suo talento, quasi cristallino, abbia conosciuto una tale frenata di carriera: c’est la vie.
Ma oggi Pedro Costa Ferreira è uno dei cervelli dell’undici di Padalino, che battaglia per la leadership del girone C contro i brulicanti diavoletti foggiani.
Il primo goal della stagione lo ha riservato nella sfida dal soffocante sapore di A: Lecce-Catania. Conquista di diritto la palma di man of the match con un destro chirurgico da fuori area.
Pisseri Ammutolito, per il resto, Muito bem, menino!
Il suo passato era lastricato di altisonanti suggestioni, che non sono state clamorosamente rispettate.
Letteralmente scartato da mezza Italia, l’avrete capito, ma adesso ha trovato la sua isola felice: l’ombra roboante della Basilica di Santa Croce. Può essere lui l’uomo in più nella cavalcata leccese:
destro e sinistro di qualità, un carisma silenzioso niente male per lo spogliatoio giallorosso.
Il vecchio lupo di campo Meluso ci ha visto ancora una volta lungo, pescando un talentino dimenticato che può spostare gli equilibri nella categoria. Pedro Costa Ferreira spera incessantemente nella Serie A: never say never, quella è già nei progetti degli implacabili sognatori del Via del Mare.
Annibale Gagliani