“E’ difficile dire come faccio a essere sempre al top, faccio fatica a spiegare come riesco a fare tutto questo. Per me non conta l’età, non penso a finire la carriera ma ogni stagione ho in mente come migliorare e come mantenermi ai vertici del calcio mondiale. Sono anni che faccio questi ragionamenti, curando corpo e mente mantenendo alta la qualità delle mie prestazioni. Io voglio essere sempre pronto, è questa la mia sfida“. Intervenuto sul palco dei Globe Soccer Awards, Robert Lewandowski ha parlato del suo futuro, dei Playoff per i mondiali in programma a fine marzo e molto altro. Queste le sue parole:
FAMIGLIA – “In Polonia ci sono tanti nomi difficili, per questo i miei genitori hanno pensato a un nome che potesse essere bello e che si abbinasse bene al cognome ‘Lewandowski’. Robert è un nome internazionale, facile a pronunciare in qualsiasi parte del mondo. Quando ero piccolo mio padre, ex calciatore, era il mio allenatore. Io avevo sempre voglia di allenarmi e lui mi faceva fare altri sport; gli chiedevo come mai non mi facesse giocare a pallone, ma col tempo ho capito che per allenarsi bene non ci si poteva concentrare solo su una disciplina”.
PLAYOFF MONDIALI – «Con la Russia sarà difficile, non pensiamo subito alla finale. Non c’è una situazione confortevole, dobbiamo fare del nostro meglio per andare avanti e prenderci il Mondiale. Credo che sia importante per tutta la Polonia un traguardo simile. La qualificazione è nelle nostre mani, possiamo dimostrare di stare ad alti livelli. Non sarà facile, ma come tutte le gare. Bisogna dare il massimo e restare concentrati sull’obiettivo per 90 minuti».
MONDIALE OGNI DUE ANNI – “No, non sono a favore. Se vuoi fare qualcosa fuori dalle righe devi sempre dare il massimo. Se hai due o tre settimane di pause riesci a ricaricarti e dare il meglio, ma facendo il Mondiale ogni due anni si rischia di diminuire le prestazioni dei giocatori o che abbiano un periodo di picco più breve rispetto a ora. I giocatori hanno bisogno di tempo per riposarsi e rilassarsi, in queste partite bisogna dimostrare sempre di essere i migliori. Spesso si guarda solo le statistiche: se fai gol hai giocato bene, altrimenti no. Ecco, per segnare bisogna risposarsi”.
VAR – “Ho perso due semifinali per errori arbitrali prima dell’avvento del Var. Apprezzo la sua introduzione, ma dipende come viene utilizzato. Tante volte può aiutare, altre indirizzare una gara. E’ una linea sottile, ma fa la differenza.
FUTURO – “Penso che tutti vorrebbero un futuro infinito da calciatore, io ho una gran voglia di continuare a fare quello che sto facendo. Penso di poter giocare ancora molti anni, senza fissarmi nessuno step. Sono concentrato su questa stagione e i traguardi che vogliamo raggiungere, alla mia età ho tanta esperienza; so come rimanere concentrato sugli allenamenti e sulle partite, so bene quant’è difficile quando si sentono voci e si leggono giornali.
SANTO ROMEO