Ultimo aggiornamento 9 Dicembre 2016 16:34 di
Il Palermo naviga in cattive acque, con appena sei punti in quindici giornate la retrocessione appare una solida realtà. Zamparini, in linea con il suo modo di essere, ha optato per l’ennesimo cambio in panchina dopo la fallimentare esperienza con De Zerbi e tra lo stupore generale è stato chiamato Eugenio Corini. Ripartire dalla Sicilia dopo due anni di inattività, scelta di cuore o voglia di rimettersi in gioco?
IL PASSATO DA CALCIATORE
Juventus, Samp e Napoli le sue prime squadre. La carriera del ragazzo dal piede fatato comincia nel migliore dei modi per poi pian piano alternarsi tra Serie A e Serie B, fino alla totale maturazione con Palermo e Torino. Tirate le somme il suo palmares è scarno, ma l’affetto incondizionato di quelli che sono stati i suoi tifosi gli ha regalato gioie e soddisfazioni ben diverse. Eroe a Palermo e leader a Torino, sponda granata. Chiamato da tutti il “professore” per come vedeva e immaginava il gioco prima di tutti, una vita spesa a dettare i tempi, a mandare i suoi compagni in porta, a toccare ogni singolo pallone in attesa che si accendesse la lampadina.
In rosanero ha dato il meglio di sé, tanto da essere ricordato come uno dei migliori giocatori ad aver indossato quella maglia. C’è poco da ridire, i numeri e i traguardi raggiunti parlano per lui: più di 150 presenze, oltre 25 gol e la doppia storica qualificazione in Europa League. Corini ha voluto prendere al balzo l’occasione di tornare nella “sua” amata città e riprovare quelle emozioni che ormai sembrano così distanti.
LA GAVETTA E LA DOPPIA SALVEZZA
Il 5 luglio 2010 ottiene il suo primo incarico da allenatore, dopo esserlo stato per venti anni in campo. Il sogno si infrange in poche settimane rescindendo, complici divergenze con il presidente, il contratto che lo lega al Portogruaro. La vacanza dura poco, il Crotone lo chiama per risollevare le sorti di un campionato iniziato nel peggiore dei modi. L’avventura con gli squali, come la precedente, si chiude in anticipo, dopo mesi disastrosi, durante i quali la squadra colleziona appena 8 punti in undici giornate. Corini non demorde, pazienta, aspetta il momento giusto per rimettersi in gioco. Il Frosinone, a novembre 2011, lo mette sotto contratto con l’unico obiettivo di consolidare la categoria (Lega Pro). Detto, fatto.
Solo un anno più tardi compie il salto di qualità passando al Chievo, stessi colori diversi campionati. Davanti al suo ex pubblico e galvanizzato dal respirare l’aria dei campi di alta lega, riesce a esprimersi al meglio dando un’identità alla squadra. Con il suo 3-5-2 improntato alla fase difensiva ottiene una salvezza quasi impensabile, grazie all’accoppiata Thereau-Paloschi. La stagione successiva segue lo stesso copione, il professore riesce nella doppia impresa. All’inizio del campionato 2014-2015 viene esonerato, da quel momento Corini scompare dai radar…fino alla telefonata di Zamparini.
UNA NUOVA OCCASIONE
La prima partita sulla nuova panchina non è andata come sperava, 2 a 1 contro la Fiorentina e Palermo sempre più ultimo. Sono passati mesi e anni, ma il professore ha ricominciato da dove aveva lasciato: 3-5-2 volto al contenimento, esterni veloci e attaccanti con il compito di dare pochi punti di riferimento agli avversari. C’è da lavorare molto, ma qualche risposta è arrivata. I rosanero si sono rivelati solidi e compatti, riuscendo a mantenere il risultato fisso sul pari fino all’ultimo secondo del match, quando Babacar ha deciso di risolverla con un colpo di testa da distanza ravvicinata.
Eugenio Corini è tornato per restituire tutto l’amore ricevuto dai tifosi del Barbera, è tornato per chiudere gli occhi e sentire ancora il pubblico in delirio urlare il suo nome, è tornato per mantenere la squadra nella piazza che merita.