Ultimo aggiornamento 3 Dicembre 2016 20:52 di
Rispetto e orgoglio, due concetti che emergono imperiosi dalla straordinaria impresa del Chelsea di Conte contro il Manchester City di Guardiola. Un 3-1 che spazza via gli ultimi brandelli di scaramanzia e consolida la pole position del Chelsea verso la conquista della Premier League. Ottava vittoria consecutiva, per giunta fuori casa e contro un avversario che più diretto non si può, quel Manchester City che fino ad oggi era ritenuto, a ragione, il favorito per la vittoria finale. Guardiola è stato costretto ad una sorta di declassamento, è passato dall’essere il favorito al diventare tra i favoriti, avendo potuto ben poco, quest’oggi, contro le armi sfoderate con una maestria tutta italiana dal formidabile Antonio Conte: il rispetto e l’orgoglio.
IL RISPETTO DEGLI AVVERSARI E DELLA SFORTUNA
Prima di affondare i colpi finali, il Chelsea non ha fatto altro che rispettare la superiorità tecnica del City. Pur non disdegnando sortite offensive, nella parte finale del primo tempo e per i primi venti minuti della ripresa ha potuto solo difendersi rispettando gli avversari e anche, in un certo senso, la sfortuna. Già, anche la malasorte può essere accettata: l’autorete di Cahill su cross di Navas avvenuta al 44′ del primo tempo avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque, ma non ad Antonio Conte, che evidentemente nell’intervallo deve aver ricompattato i suoi rassicurandoli del fatto che, in fondo, le autoreti fanno parte del calcio, vanno rispettate. Forse per questo motivo il destino da avverso si è trasformato nel migliore amico di Antonio. Lo si è capito nel momento in cui Aguero e soprattutto De Bruyne non sono riusciti a trasformare in rete delle occasioni facili facili per assi del loro calibro.
L’ORGOGLIO ITALIANO E IL TRIONFO
Ma dopo aver rispettato avversari e cattiva sorte, ed essere riusciti a mantenere lo 0-1, ad un certo punto è venuto fuori tutto l’orgoglio italiano, reso ‘plastico’ da una eccellente interpretazione del contropiede. E’ incredibile la compattezza di squadra del Chelsea, con il suo uomo del momento, Moses, che in fase difensiva si fa trovare sempre puntuale sulla linea dei difensori (clamoroso un suo anticipo su Aguero), contribuendo a trasformare il 3-4-3 di partenza in un 5-4-1. E quell’1 è un certo Diego Costa, anche quest’oggi decisivo con un gol e un assist (per il gol di Willian) e che ha stravinto la sfida a distanza con El Kun. Dopo l’1-2 non c’è stato più nulla da fare per Guardiola. L’abbagliamento delle idee dei suoi è stato infatti certificato poi dalla splendida rete di Hazard, ancora in contropiede, che ha trasformato la vittoria di Conte in un trionfo. Di tutto il calcio italiano.
Luigi Fattore