Sarà perchè la Puglia ce l’ha nel sangue, dato che sua madre è brindisina, sarà perchè i colori sociali sono il bianco e il rosso, Federico Macheda è in prova al Bari, che non è esattamente il Manchester con il quale aveva esordito, ma è comunque un ottimo trampolino per rilanciarsi. La notizia è di pochi giorni fa e per chi aveva riposto qualche speranza in quel talento che aveva fatto innamorare anche i sostenitori dei Red Devils, è davvero un bel segnale, vista la bravura di Colantuono, neo tecnico dei pugliesi, nel rigenerare i giocatori. Per chi si fosse perso qualche tappa di questa Supernova calcistica, una delle tante di questo esigente sport, si prendesse due minuti per ripercorrere insieme la sua storia.
THE THEATRE OF DREAMS – Federico detto Chico nasce a Roma il 22 agosto del 1991, da madre brindisina e padre calabrese. Se sei nato nell’Urbe e ti appassioni a quel maledetto pallone, devi fare una scelta secca con la quale sottoscrivi un atto di fedeltà: lupacchiotto o acquilotto. Se sei bravo riesci pure a giocarci nella tua squadra, in quello che appare come un vero e proprio sogno, che si compie nel 2006 quando entra a far parte della cantera biancoceleste. Ma il sogno più grande doveva ancora arrivare. Un vecchietto scozzese alla guida di una squadra abbastanza nota in terra di Albione aveva incaricato qualche suo scout di visionare i talenti più promettenti del settore giovanile italiano. Quel vecchietto, all’anagrafe Alexander Chapman Ferguson decide che è un occasione da prendere al volo: un centravanti così, veloce, tecnico e abile con entrambi i piedi, doveva crescere con loro, con il Manchester United Football Club. Pertanto, il 16 settembre 2007, nonostante una promessa di contratto con la Lazio dal presidente Lotito, firma un triennale da € 65.000 a stagione col MUFC, vista anche l’impossibilità delle società italiane di far sottoscrivere contratti professionistici a giocatori sotto i sedici anni. Appena arrivato, segna all’esordio nell’ under 18 contro il Barnsley. But the best is yet to come. Sir Alex crede che ormai è tempo di farlo esordire in prima squadra. Il 5 aprile 2009, a 17 anni, esordisce in Premier League in Manchester United-Aston Villa (3-2), sostituendo Nani, e nei minuti di recupero realizza il gol decisivo per la vittoria. La stessa scena si ripete la settimana dopo, quando dopo neanche un minuto dal suo ingresso, trovandosi sulla traiettoria di un tiro di Michael Carrick, realizza il gol del definitivo 1-2 sul Sunderland. Ribalta nazionale e non, titoloni sui giornali. Ma per diventare campioni, fare due gol su due presenze non è sempre tutto.
IL LENTO DECLINO – L’anno successivo viene inserito da Don Balòn nella lista dei giovani più promettenti del mondo, tipo Neymar, ecco. La nazionale under 21 bussa alle porte, insomma, tutto sembra filare liscio. Ma in quell’anno non riesce a trovare la giusta continuità e comincia a perdersi nel grigiore del clima della città navale inglese per eccellenza. Vari prestiti, torna in Italia con la maglia della Samp, poi QPR, Stoccarda, Doncaster, Birmingham, Cardiff e Notts Forest, fino ad arrivare ad oggi, al 2016, quando è attualmente svincolato. Adesso, a 25 anni, è difficile rimboccare la strada del successo ma non eccessivamente impossibile, sperando che San Nicola, sotto mentite spoglie con il nome di Stefano Colantuono, faccia il miracolo.