Il Bayer Leverkusen e la sfiga: una storia infinita e paradossale

Ultimo aggiornamento 31 Ottobre 2016 11:50 di

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Se la Bundesliga fosse la città di Paperopoli, molti personaggi sarebbero in cerca di una squadra, in quanto il campionato tedesco, negli ultimi anni, riserva sempre grandi sorprese in quanto a stabilità e ruoli da interpretare. Gli unici paragoni che sembrano destinati a contratto indeterminato sono due: Zio Paperone, con i suoi tre ettari cubici di monete, domina la città così come fa il Bayern Monaco nella vita reale. Ha un rivale, Rockerduck, un altro arci-super-multi-iper-mega-miliardario (è così che si definiscono al club dei miliardari) che, per un motivo o per un altro, quando vuole competere con il papero più ricco del mondo, finisce immancabilmente per mangiarsi la bombetta, e questo ruolo non può che appartenere al Bayer Leverkusen, probabilmente la squadra più sfigata della storia del calcio.

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Bayer come l’occhio di Sauron nella Terra di Mezzo.

TRA TURISMO INESISTENTE E ASPIRINE

Leverkusen è un sobborgo della ben più grande Colonia: non ha una grande storia da narrare, né può essere considerata una meta imperdibile per le vostre vacanze. Si potrebbe arrivare a dire che non c’è niente da quelle parti. Se a Torino chi comanda è la Fiat, lassù a farla da padrona è la Bayer, una piccola azienda farmaceutica che fattura all’incirca 50 miliardi di dollari l’anno, il giusto per arrivare a fine mese. Questa azienda ha una grande influenza sull’intera città, che di fatto vive per far sopravvivere Bayer e la sua supremazia nel campo delle medicine. A differenza di Torino, dove nessuna squadra locale si chiama Fiat “qualcosa”, la squadra di Leverkusen si chiama proprio Bayer, da non confondersi con Paperone Bayern (nel gioco Fifa99 la squadra fu denominata erroneamente con quella “n” in più che fece arrabbiare non poco l’allora dirigenza). Lo stemma, in cui compare il logo con la doppia scritta Bayer, indica a pieno quanto il colosso farmaceutico sia al centro dell’universo leverkuseniano.

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La BayArena, il tempio dove i sogni non si realizzano.

UN IMPERO FINANZIARIO PER UNA BACHECA VUOTA

Si potrebbe pensare che, quando hai alle spalle una certezza finanziaria talmente solida da poterti permettere qualsiasi lusso, la vita di un tifoso sia meravigliosa e cosparsa di titoli a destra e sinistra: in fondo quel Bayern Monaco vince spesso, no? E ultimamente vediamo super ricconi che fanno le fortune di squadre che, fino a quel momento, non avevano dettato legge né in patria, né in europa. Questo, vuoi per un oroscopo sbagliato, una maledizione ancestrale, divinazioni sataniche e riti mistici, non accade nella Renania settentrionale. In quella terra, dove tutto parla di medicine e antibiotici, il Bayer Leverkusen è destinato ad essere l’eterno secondo. Se tutto va male, l’eterno perdente. Intendiamoci: non stiamo parlando di un manico di pippe ambulanti: dal 1978 il Bayer è in Bundesliga e probabilmente continuerà a starci per un bel po’. Le rose apparse negli anni sono di tutto rispetto: nella BayArena sono passati Kroos, Vidal, Lucio, e per andare ancora più indietro, Völler, Vollborn… e l’elenco continua! Ma la storia dice che in 112 anni di vita la sala trofei del Bayer contiene una coppa Uefa e una Dfb Pokal (la coppa di Germania) datate 1979 e 1993. In Italia si prende in giro per molto meno.

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Zidane la mette dentro nella finale di Champions sotto lo sguardo di Ballack.

2002 ANNUS DAVVERUS HORRIBILIS

Il massimo della sfiga viene raggiunto nel 2002: a fine aprile, il Bayer Leverkusen ha la possibilità di infilare il triplete, impresa mai riuscita ad una squadra tedesca. Butt, Ballack, Neuville, Lucio; tutti credono nel successo: basterebbe una sola coppa per togliersi di dosso quella nomea tanto insopportabile di perdenti. Il campionato, dominato in lungo e in largo, viene perso alla penultima giornata in quel di Norimberga: sconfitta e sorpasso decisivo del Borussia Dortmund. L’ultima giornata vede un arrivo a tre per il titolo, la vittoria con l’Hertha Berlino è inutile e il secondo posto sa di sconfitta. Ci sono ancora due coppe da portare a casa, ma la legge di Murphy è chiara: se qualcosa può peggiorare, lo farà. La finale di coppa contro lo Schalke 04 è un disastro, e sono quelli di Gelsenkirchen a festeggiare: 4-2 risultato finale. Rimane solo il grande sogno, quello che nessuno ha mai assaporato prima nella provincia di Colonia: la Champions League. Ma a Glasgow, è il Real Madrid ad alzare la coppa col 2-1 firmato Raul e Zidane; le aspirine possono giusto prenderne una. Il capitano Ballack perderà anche la finale mondiale contro il Brasile (senza giocare tra l’altro). Uno shock che si ripercuoterà nella stagione successiva, deludente e al limite del ridicolo (Leverkusen quindicesimo in campionato).

MA LA SPERANZA SOPRAVVIVEbayer-leverkusen

In questi anni il Bayer Leverkusen si è dimostrata una buona squadra, capace spesso di battere squadre più quotate di lei, soprattutto in Germania, ma se si tratta di vincere qualcosa di tangibile, allora niente da fare. Quest’anno la stagione è partita male, e l’eliminazione in coppa Germania da parte del non irresistibile Lotte, squadra di terza divisione, non fa pensare a niente di buono. Ma per il momento mancano ancora dei mesi alla fine di questa annata: Kießling, Hernandez, Çalhanoğlu, Leno and friends possono ancora dare una svolta. Anche se, nel mondo Disney, nessuno fa il tifo per Rockerduck.

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