Ultimo aggiornamento 5 Novembre 2021 15:26 di Daniele Morico
Marco Iaria, giornalista della Gazzetta dello Sport ed esperto in ambito economico, ha parlato in esclusiva ai microfoni di OCW Sport, in diretta Twitch, della situazione in casa Tottenham a livello finanziario.
Gli Spurs, infatti, sono finiti nell’occhio del ciclone a causa degli ingenti debiti. Iaria ha così spiegato la situazione:
“In realtà, come tutte le cose, andrebbero fatte le dovute valutazioni. Ogni società ha debiti “positivi” e “negativi”. La maggior parte del debito del Tottenham è positivo. Gli Spurs stanno investendo sul nuovo stadio – quasi tutto – che, poi, porterà introiti importanti. Leggere e comprendere cifre, riguardanti debiti, non è così semplice. La scadenza dei debiti del Tottenham è molto dilatata nel tempo. Gli Spurs sono un club abituato a creare profitti, questo significa che non c’è possibilità che non risanino i loro debiti. Ad esempio il Barcellona, al momento, è più in difficoltà perché i debiti derivano dalle spese folli sul calciomercato. Tottenham e Barca hanno 1,4 miliardi di euro di debiti, ma sono situazioni completamente opposte”.
Iaria si è poi soffermato sul calcio italiano:
“In Italia, a differenza della Premier, ci si basa sul valore sulla rosa. Non ci sono altri valori, se non in casi sporadici. Il valore della rosa è determinante per le società. Una società italiana vale un terzo di una inglese. La differenza maggiore la fanno i diritti televisivi che valgono il triplo rispetto alla nostra Serie A. L’ultima in Premier prende circa 100mln di diritti: in Italia la prima non riesce ad arrivare a questa cifra. Lo stadio è senza dubbio la seconda differenza sostanziale tra il nostro calcio e quello inglese. In realtà devo dire che le idee non mancano: viene meno, tuttavia, l’azione che segue l’idea”.
“L’Atalanta ha iniziato un percorso virtuoso e aumentano costantemente il fatturato. Anche in prospettiva. Stanno lavorando con idee precise. La squadra messa peggio a livello economico è senza dubbio l’Inter. Non solo per il quadro economico. Anche la Juve ha una gestione poco equilibrata. La differenza è nella proprietà: quella nerazzurra per creare capitale ha dovuto rivalutare il marchio stesso. La Juve, invece, farà un aumento di capitale da 400mln”.
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