Ultimo aggiornamento 3 Ottobre 2016 15:16 di
Oggi va in archivio la 183esima edizione dell’Oktoberfest, il più importante festival popolare a base di birra su scala mondiale che si tiene ogni anno, dal 1810, nella città di Monaco di Baviera. Ma a giudicare da quanto è accaduto nell’ultimo weekend sui principali campi di calcio europei, la sensazione è che, per un motivo o per un altro, non si sia bevuto soltanto in Germania.
Bayern Monaco. Alla vigilia della sfida con il Colonia, Carlo Ancelotti aveva dichiarato che in caso di vittoria avrebbe festeggiato con 3-4 litri di birra, ossia con 3-4 boccali. Per essere sicuro di bere, ha pensato bene di schierare Robben tra i titolari per sfruttare la sua naturale propensione ad ubriacare gli avversari con la sua proverbiale finta a rientrare sul sinistro. Niente di fatto. Non solo i difensori del Colonia non l’hanno bevuta, ma a mostrarsi un po’ brilli, diciamo così, sono stati Neuer e Javi Martinez in occasione del gol del pareggio di Modeste. Tuttavia non pensiate che Carletto si accontenti dell’acqua di Colonia; berrà ugualmente birra. Per dimenticare.
Barcellona. Il diversamente sobrio Luis Enrique, non contento di dover fare già a meno di Messi, la cui assenza rende il tridente delle meraviglie un po’ analcolico, si è presentato a Vigo lasciando in panchina anche Rakitic, Mascherano e Iniesta (quest’ultimo entrato solo nella ripresa). I giocatori del Celta Vigo non credevano ai loro occhi e non hanno perso tempo a bersi la confusa difesa blaugrana, dove Mathieu ha segnato nella propria porta, Piquè invece di difendere ha fatto l’attaccante (segnando due gol) e ter Stegen ha completato il lavoro passando la palla agli avversari. Risultato finale: 4 chupitos a 3 per i galiziani.
Liverpool, Arsenal e Manchester City. Qualche boccale di birra per festeggiare, da buon tedesco di Stoccarda (dove pure si celebra l’Oktoberfest), se l’è meritato Jurgen klopp. Il suo Liverpool è in stato di grazia ed è uscito vittorioso anche dalla trasferta in Galles con lo Swansea di Guidolin, il quale, dopo l’esonero appena comunicatogli, sostituirà l’acqua alla gola con cui aveva convissuto fino a ieri con qualche calice di Amarone della Valpolicella. E in fondo può essere soddisfatto, visto che il calendario, dopo Chelsea, City (2) e Liverpool gli avrebbe riservato l’Arsenal. Quell’Arsenal che ha festeggiato nel migliore dei modi, vincendo nel finale contro il Burnley con un gollonzo di faccia e di mano di Koscielny, i venti anni della gestione Wenger. Il quale ha sempre proibito la birra ai suoi giocatori, ma dopo un ventennio in genere si è meno rigidi, per cui si può fare un’eccezione. Così come è parsa un’eccezione, visto il sontuoso stato di forma generale degli uomini di Guardiola, la sconfitta del City a Londra contro il Tottenham di Pochettino. L’assenza del tuttologo De Bruyne ha facilitato il compito degli Spurs smarrendo, anzi ubriacando i Citizens, a cominciare da Kolarov che ha segnato nella… propria porta.
Balotelli e Cavani. Continua a segnare Balotelli. Dopo aver ubriacato con una finta un paio di difensori ha spedito all’incrocio dei pali il pallone che ha regalato la vittoria (e il primato in classifica) al Nizza contro il Lorient (2-1). Neanche il tempo di festeggiare che, poco dopo, per un’ingenuità, si è fatto espellere. Ciononostante, il suo fan’s club ha ufficialmente riaperto e non sarà certo un’espulsione a rispedire al mittente le numerose casse di champagne ordinate. Evita le bollicine, invece, Edinson Cavani. Il capocannoniere della Ligue 1 (8 reti) è un maniaco della forma fisica e dell’allenamento, e, da quando quell’avido di gol di Ibrahimovic ha lasciato il Psg, sta raccogliendo finalmente tutti i frutti del suo duro lavoro. Che intende continuare senza concedersi distrazioni, se non un paio di calici di Bordeaux d’annata il sabato sera.
Luigi Fattore