Nessuno credeva in lui, ma lontano da San Siro ora fa la differenza: il grande errore dei rossoneri fa discutere
È arrivato in rossonero nell’estate del 2022 per 35 milioni di euro, accolto come il colpo di mercato per il presente e il futuro del Milan. Paolo Maldini, all’epoca direttore dell’area tecnica rossonera, ne parlò come un “giocatore di classe, con visione e tecnica superiore”. Eppure, la sua esperienza a Milano si è trasformata in un calvario: un solo assist in campionato, prestazioni opache e una pressione crescente che sembrava soffocarlo.
Poi, la svolta: il trasferimento all’Atalanta. Lì, sotto la guida di Gian Piero Gasperini, ha trovato il contesto ideale per rinascere. Più libero di esprimersi, senza l’ansia di dover dimostrare tutto e subito, ha cominciato a fare ciò che sa fare meglio: illuminare il gioco. I suoi gol e assist stanno diventando un’arma letale per la Dea.
Insomma, da flop assoluto a protagonista, inevitabilmente, fa sorgere una domanda: Maldini ha sempre avuto ragione?
Milan, il rimpianto cresce
Il calciatore in questione è il belga Charles De Ketelaere, che continua a dimostrare di non essere un giocatore qualunque. Il talento che il Milan ha mollato forse troppo presto, sta dominando a Bergamo con prestazioni che confermano le parole di Maldini: un gioiellino che ha solo bisogno del giusto terreno per crescere. Con Gasperini, lo sta finalmente trovando.
I tifosi del Milan, intanto, osservano da lontano con un misto di ammirazione e rimpianto. Perché, se è vero che il belga non ha brillato in rossonero, è altrettanto vero che forse meritava più pazienza. Il suo exploit all’Atalanta fa pensare: con un po’ più di tempo e fiducia, De Ketelaere avrebbe potuto essere, forse, la giovane stella da lanciare che il Milan cercava.
La sua parabola non è solo una storia di calcio, ma anche una lezione su come gestire i giovani talenti. Non tutti esplodono subito, soprattutto in piazze ambiziose come Milano. E mentre l’Atalanta si gode un trequartista ritrovato, il Milan si interroga su quella scommessa che sembrava persa ma domina altrove.