Il calcio, la competizioni, le rivalità, nel calcio a volte arrivano fino a un certo punto. Poi ci sono i valori umani, e questo è l’esempio.
Parliamo di quello che è capitato alla bandiera bianconera Stefano Tacconi. L’ex portiere della Vecchia Signora il 22 aprile 2022 si è trovato davanti l’ennesima sfida, ma questa volta lontano dai guantoni e lontano dal rettangolo verde di gioco calpestato per oltre 600 volte in tutta la carriera da professionista. Un’aneurisma cerebrale lo aveva messo alle strette. “Questa cosa mi ha cambiato la vita, è stato un periodo complicato” ha raccontato lo stesso Tacconi con la moglie Laura Speranza a Chi.
Forse a dirla tutta il cognome della moglie significa molto in questa storia. Perché in fin dei conti, Tacconi nel DNA aveva anche impressa quella speranza di non mollare “Fino alla fine“. Parole che nella sua storia juventina dal 1983 al 1992 risuonavano ogni giorno nello spogliatoio. “Sembravo invincibile, ora ho preso coscienza dei miei limiti. Sono più emotivo adesso, sono attento alle cose – racconta Tacconi – Questa malattia per me è stata anche un’opportunità di vita“.
La rivalità arriva fino a un punto, la storia di Tacconi e Zenga
Potremmo dire mai rivali, ma due grandi amici. Tacconi e Zenga sono stati negli anni grandi rivali con le maglie di Juventus e Inter. Ma quando capitano certe cose nella vita, quando ti si presentano ostacoli di questo tipo nella vita, non esistono nemici e rivali. L’ex portiere nerazzurro Walter Zenga è stato molto vicino all’ex collega di reparto e lo racconta la moglie Laura nell’intervista a Chi: “Ci è stato vicino in questi mesi. Tanti giocatori hanno fatto come lui. Venivano in ospedale a trovare Stefano anche se nel reparto non volevano“.
La rivalità tra Juventus e Inter, in questa storia, dimostra che a volte raggiunge un limite dove poi dopo c’è l’effettivo valore umano delle persone. Laura racconta di come in ospedale gli infermieri volessero evitare le cosiddette emozioni forti post trauma. Ma Walter, e gli altri calciatori vicini a Tacconi, volevano far sentire la propria vicinanza in un momento così delicato per la vita dell’icona bianconera.
Essere una famiglia numerosa, ti porta amore e affetto. “Ero nel mezzo di un percorso dove poteva succedere di tutto – racconta Tacconi – Ma la fede è stata più forte della paura“. Laura e Stefano hanno attraversato un periodo molto brutto della loro vita, ma soltanto l’amore e l’unione tra di loro li ha portati a poter raccontare questa pagina. Laura nell’emozionante intervista, racconta dell’importanza dei quattro figli: “Stefano è uno tosto, dicono che i portieri sono matti e lui lo è. La famiglia è stata la carica, le preghiere hanno aiutato“.