Appende gli scarpini al chiodo uno dei portieri più forti visti in Italia negli ultimi quindici anni. Per lui però ora si profila una carriera sempre nel suo club, con il suo vecchio allenatore.
È stato sicuramente uno dei portieri moderni in Italia più amati e discussi negli ultimi nel panorama calcistico. Dopo qualche rumor che lo vedeva pronto ad una nuova avventura con i guantoni indossati, Samir Handanovic ha deciso di ritirarsi dal calcio giocato all’età di 39 anni.
Per lui però l’avventura Italiana non è finita qui. Infatti l’oramai ex portiere ha deciso di rimanere a Milano in sponda nerazzurra diventando collaboratore nello staff di Simone Inzaghi. Per il portiere simbolo della rinascita nerazzurra dunque è prevalso l’amore per la piazza nonostante qualche critica di troppo subita negli ultimi anni e per alcuni soprannomi che i media gli hanno attribuito.
La carriera di Samir Handanovic
Il portiere sloveno conta una lunga carriera fatta di 566 partite in Serie A, 380 delle quali in nerazzurro. I suoi inizi sono legati ai primi ricordi di Udine, dove il club bianconero lo gira in prestito prima alla neopromossa Treviso e poi alla Lazio. Dopo due stagioni ai margini, il portiere passa al Rimini dove chiude un buon campionato di Serie B.
La stagione successiva l’Udinese decide di tenerselo stretto e lo lancia nella mischia da titolare contro la Juventus nella prima partita della stagione 07/08. Da quel momento Samir non lascia più la i pali della sua porta, l’anno dopo esordisce in Europa grazie alla qualificazione in Coppa UEFA conquistata l’anno prima. La stagione 2010/11 è sicuramente una delle più speciali per il portiere, infatti riesce a tenere la porta inviolata per 704′ consecutivi e stabilisce un nuovo record parando 6 rigori su 8 avuti contro, raccogliendo il soprannome del “para rigori”. L’anno dopo esordisce anche in Champions League nell’affascinante play-off contro l’Arsenal perso con tanta sfortuna dopo due sfide di altissimo livello.
Nell’estate del 2012 Samir Handanovic sposa il progetto dell’Inter, una scelta molto coraggiosa, visto lo statuto guadagnato ad Udine e il violento declino che l’Inter vive in quelle annate. Handanovic diventa l’unico faro di una squadra che viaggia a correnti alternate, costellate da grandi momenti ad altri da incubo. A livello personale, lo sloveno diventa il beniamino della tifoseria diventando il punto fisso per i tanti allenatori arrivati in quegli anni. Nel 2018 poi, raccoglie la fascia di capitano dopo la vicenda Spalletti-Icardi e da lì non l’abbandonerà mai più. Alzando al cielo uno Scudetto (stagione 20/21), due volte la Coppa Italia (stagioni 21/22 de 22/23) e per due volte anche la Supercoppa Italiana ( nel 2021 e nel 2022).