Ultimo aggiornamento 17 Febbraio 2025 12:13 di Giancarlo Spinazzola
La Lega Serie A si interroga sul futuro tra calendario, VAR e l’idea delle 18 squadre: novità clamorose in vista del futuro
La Serie A è a un bivio. Tra chi spinge per cambiare format, chi chiede più chiarezza sul VAR e chi si lamenta dell’intasamento del calendario, il calcio italiano continua a dibattersi tra tradizione e necessità di riforme. Il presidente della Lega, Ezio Maria Simonelli, ha fatto il punto su alcune questioni che potrebbero cambiare il volto del campionato nei prossimi anni.
La prossima stagione inizierà nel weekend del 23-24 agosto, una scelta voluta per evitare il calcio a Ferragosto e dare un po’ di respiro ai giocatori. Ma il vero problema è un altro: si gioca troppo. Allenatori e calciatori si lamentano da anni, ma le partite aumentano invece di diminuire. La Supercoppa Italiana, con il nuovo format a quattro squadre, ha solo peggiorato la situazione.
Serie A a 18 squadre: sogno o realtà?
Qualcuno vorrebbe tornare alla gara unica, che permetterebbe di recuperare prima partite come Bologna-Milan, ma la Lega non sembra intenzionata a fare passi indietro. Portare il calcio italiano all’estero è diventata una priorità, sia per questioni economiche che di visibilità.
Da tempo si parla di una Serie A a 18 squadre per alleggerire il calendario e alzare il livello medio del campionato. In teoria, un’idea sensata: quattro partite in meno all’anno, più tempo per allenarsi, meno infortuni. Ma nella pratica? Difficile da realizzare.
Il problema principale è politico. Togliere due squadre significherebbe ridurre il numero di città rappresentate in Serie A e tagliare fuori realtà che portano pubblico e storia. Non solo: in Europa, Premier League e Liga continuano con 20 squadre, quindi un cambiamento radicale rischierebbe di penalizzare la competitività del calcio italiano sul piano internazionale.
VAR, troppe polemiche: arriva la chiamata degli allenatori?
Il VAR è uno strumento utile, ma ogni settimana scatena discussioni infinite. L’espulsione di Tomori in Empoli-Milan è solo l’ultimo episodio di una lunga lista di errori e incomprensioni. C’è bisogno di più chiarezza e a marzo è prevista una riunione per rivedere i protocolli.
Una delle idee più interessanti è il VAR a chiamata, una sorta di challenge come nel tennis, dove gli allenatori possono chiedere una revisione in casi dubbi. Una soluzione che darebbe più potere alle squadre e forse ridurrebbe le proteste.
La prossima stagione sarà un banco di prova per capire in che direzione sta andando il calcio italiano. Ma una cosa è certa: qualcosa deve cambiare, e in fretta.