Inter, ancora a parte Acerbi: non ci sarà neanche contro il Lecce (LaPresse) Rompipallone.it
Ancora guai per l’ex Inter dopo la separazione coi nerazzurri: è arrivata la sentenza, finito in bancarotta
L’Inter di Inzaghi ha appena passato una delle settimane più dure della sua gestione: prima il pareggio arrivato solo all’ultimo nel derby della Madonnina, che porta a tre le non vittorie consecutive dei nerazzurri, poi il fragoroso tracollo nel recupero con la Fiorentina, dove gli uomini del tecnico ex Lazio hanno subito una sconfitta con tre reti di scarto che non accadeva ormai da anni.
Ora la corsa al titolo si fa più complicata, viste le tre lunghezze che separano l’Inter dal Napoli di Conte: per i nerazzurri però è presto servita l’occasione per il riscatto, visto che domani sera saranno impegnati nuovamente contro la Fiorentina di Palladino, questa volta però sotto ai riflettori di San Siro, chiamato a trascinare nuovamente i giocatori verso una grande prestazione.
Se il periodo dell’Inter non è sicuramente tra i migliori, c’è un ex nerazzurro che è finito in guai anche peggiori.
Tre holding legate a Zhang Jindong, ex proprietario dell’Inter, hanno dichiarato bancarotta in Cina, avviando un processo di ristrutturazione del debito. Lo ha annunciato il National Enterprise Bankruptcy Reorganization Case Information Network, rivelando che la Corte Centrale di Nanchino ha accettato la richiesta di riorganizzazione fallimentare per Suning Appliance Group, Suning Holdings Group e Suning Real Estate Group.
Le tre holding, attraverso cui Zhang controllava una piccola quota di Suning.com, rappresentano un capitolo significativo della sua storia imprenditoriale. Suning Holdings Group, in particolare, è stata lo strumento con cui la famiglia Zhang acquisì il 68,55% dell’Inter nel 2016, segnando l’ingresso nel calcio italiano.
Il declino di Suning è legato agli investimenti da parte della società, in gran parte andati perduti: oltre al caso dell’Inter, ci sono anche gli investimenti tra gli altri in Carrefour, Wanda e soprattutto Evergrande, con stime di investimenti per oltre 10 miliardi di euro tra il 2012 e il 2020 in gran parte conclusi negativamente.
Nel 2021, la Cina introdusse restrizioni sugli investimenti esteri, incluso il calcio, per ridurre il debito e garantire stabilità finanziaria. Molte aziende cinesi, infatti, avevano accumulato passività acquisendo club e giocatori senza ritorni economici sostenibili. Il governo puntava a limitare rischi sistemici, evitare fughe di capitali e concentrarsi su settori strategici interni come tecnologia e innovazione. Queste misure colpirono anche l’Inter, di proprietà di Suning, costretta prima a ridimensionare il progetto e poi ad affidarsi al fondo Oaktree.
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