Atalanta leggenDearia. I bergamaschi annientano il Bayer “Neverlusen” ed entrano nell’Olimpo europeo. La forza di un percorso che parte da lontano.
Look, man, this is LeggenDea. La notte di Dublino ha sancito l’ingresso nell’Olimpo dell’Atalanta, dove può sedersi assieme alle grandissime del calcio europeo. La creatura meravigliosa di Gian Piero Gasperini è entrata nel mito, come la divinità da cui quei cinque studenti presero ispirazione il 17 ottobre 1907 per fondare il club. Un’eroina terrena, mortale e totalmente umana, ma capace di imprese paragonabili a quelle degli dei.
Anche i titani del Liverpool e del Bayer “Neverlusen” si sono dovuti inchinare di fronte alla Dea che, secondo il mito, è assimilabile ad Artemide, divinità della caccia. Per strozzare la manovra degli imbattuti di Xabi Alonso, gli orobici, schierati con una formazione che poteva apparire eccessivamente sfrontata, sono andati altissimi a caccia di palloni.
La scelta vincente dell’artefice del progetto nerazzurro. Ecco si, proprio il progetto. Quello partito otto stagioni fa, cresciuto di anno in anno, con lo stesso uomo in panchina, un rivoluzionario del nostro calcio. Mancava solo il vessillo da riporre in bacheca. Più volte il Gasp ci è andato vicino, altrettante ha fallito. Ma il punto sta lì. Bisogna credere nella forza del percorso, anche quando si pensa che non porterà mai i suoi frutti. Ogni tappa del sentiero va apprezzata ed esaltata. Lode alla famiglia Percassi che, in maniera tutt’altro che scontata, non ha mai abbandonato un briciolo di fiducia verso Gian Piero in tutti questi anni.
Un esempio da cui prendere spunto, specialmente in un campionato in cui troppo spesso si emettono giudizi affrettati su un allenatore. Da una squadra che solitamente lotta per non retrocedere alla semifinale di Champions League sfuggita di un soffio. Da un ottavo posto nel 21-22 alla conquista dell’Europa League. Un continuo crescendo condito con una vasta gamma di calciatori valorizzati ed esposti nella vetrina internazionale: Papu Gomez, Ilicic, Muriel, Koopmeiners, De Ketelaere, Scamacca, Ederson, Lookman… Una lista che potrebbe continuare all’infinito.
Di anno in anno Gasperini ha superato cessioni eccellenti con nuovi gioielli sgrezzati attraverso la forza del lavoro. Il “Re Mida” del calcio italiano ha emozionato i più apatici, ha fatto togliere il cappello ai più critici, ha reso felice non solo la sua città, Bergamo, ma ogni appassionato neutrale. Un viaggio che merita ogni elogio. 25 anni dopo l’eroico Parma, l’Europa League ritorna nel Bel Paese. È la forza della provincia, che attacca con sfrontatezza e non ha paura di presentarsi di fronte a Golia. D’altronde, non è un caso che l’Atalanta Bergamasca Calcio fosse denominata “regina delle provinciali”. Look, Europe, this is Atalanta.
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