Il responsabile dell’area scouting dell’Udinese ha parlato del suo metodo di lavoro, raccontando un aneddoto su un giocatore del PSG.
Uno dei più classici luoghi comuni del calcio italiano riguarda il lavoro di scouting. Uno delle aree scout che negli anni ha maggiormente mostrato una grande conoscenza è sicuramente quella dell’Udinese, con una lista infinita di talenti scoperti dalle serie inferiori europee e dai campionati meno conosciuti. Da Alexis Sánchez a Samir Handanovic, da Mehdi Benatia a Juan Cuadrado, fino a Lazar Samardzic e Beto. Anni fa Simone Roia, coordinatore degli osservatori, aveva raccontato i segreti del metodo Udinese, parlando delle innovazioni arrivate attraverso una serie di introduzioni a partire da metà degli anni ’90.
“Hanno rappresentato l’avanguardia di questo settore. Crearono questa sala, la prima sala video in Europa. Vennero collegate alcune parabole alla sala, che permettevano di registrare in VHS i match. Sudamerica, Europa… dove si riusciva. Successivamente, i video venivano visionati per scovare i migliori talenti. All’epoca, il numero di stranieri era limitato e le operazioni dovevano essere estremamente mirate. Non potevi sbagliare il colpo“. Queste le parole di Roia, che ha voluto raccontare come si è sviluppato il lavoro di scouting nell’Udinese. Nonostante i tantissimi talenti scovati, anche i migliori possono sbagliare, come affermato dal responsabile scouting per l’Udinese.
Durante la presentazione del libro “La giusta osservazione. Alla ricerca del calciatore del futuro” scritto da Riccardo Guffanti, oggi scout per il Cagliari e riconosciuto come uno dei migliori 50 scout di tutto il mondo, Andrea Carnevale, responsabile scouting per l’Udinese, ha voluto raccontare qualche aneddoto. Prima ha voluto però soffermarsi su come questo metodo di lavoro si sia sviluppato all’interno del club friulano: “Noi siamo partiti da molto lontano. Già vent’anni fa, al mio arrivo, il presidente ci puntava molto. Ci voleva in tutto il mondo e infatti ogni volta non mancava chi ci faceva notare: ‘Voi dell’Udinese siete dappertutto’“.
Gli aneddoti raccontati hanno come protagonisti due giocatori passati nel nostro campionato. Il primo è Antonin Barak, attualmente in forza alla Fiorentina, che ha giocato ad Udine dal 2017 al 2020: “Dovevo seguire un giocatore israeliano, vado a vederlo e tra gli avversari c’era l’attuale centrocampista della Fiorentina. L’israeliano era poca roba, in compenso comprammo Barak e il tempo ci diede ragione“.
Il secondo riguarda l’ex difensore dell’Inter, ora al PSG, Milan Skriniar, osservato prima del suo arrivo in Italia e poi scartato: “Lo vidi fare una partita straordinaria in Coppa UEFA e decisi di seguirlo anche nel campionato slovacco, ma lì non mi impressionò e lo bocciai. Mi ero fatto condizionare dal basso livello della lega e, sbagliando, cambiai il mio giudizio“. Dopo questo errore ha voluto dare un consiglio a tutti quelli che si affacciano a questa professione: “Il mio consiglio a un giovane osservatore è fidatevi del vostro istinto“.
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