Gabriele Gravina è rientrato tra gli indagati del caso Dossier. Le accuse sono pesanti ed il presidente FIGC ha deciso di difendersi così.
Il panorama del calcio italiano è stato scosso dall’ennesimo caso giuridico degli ultimi anni. Questa volta però, nel caso Dossier, si va a toccare la giustizia ordinaria, invece che quella sportiva. Il caso ha raccolto tra i suoi protagonisti tantissimi volti del nostro sistema calcio, andando a toccare anche il presidente della FIGC Gabriele Gravina. In particolare Gravina è stato iscritto al registro degli indagati per autoriciclaggio, dopo essere stato ascoltato dalla Procura di Roma nella giornata di ieri. Infatti il presidente della federazione è entrato nel procedimento per dei presunti illeciti legati ai diritti televisivi della Lega Pro.
Tuttavia la sfaccettatura che riguarda Gravina sta cambiando prospettiva. Infatti il presidente della FIGC ha parlato del caso Dossier a margine di un incontro con gli arbitri. In particolare Gravina ha puntualizzato la sua posizione, con le parole raccolte da GialuncaDiMarzio.com: “Mi sono dovuto far indagare per potermi difendere contro il secondo dossieraggio. Qualcuno si diverte con veline anonime e immagino che la fonte sia sempre la stessa. Se ci sono responsabilità voglio capire chi ha predisposto il dossieraggio e anche i nomi dei mandanti. I magistrati nemmeno ieri mi hanno rivolto accuse”. Ed è in quest’ultima frase che la dinamica cambia.
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è rientrato nel novero degli indagati per il caso Dossier. In particolare il presidente della federazione è indagato per alcuni presunti illeciti nella spartizione del diritti tv della Lega Pro. Tuttavia Gravina ha tenuto a precisare di essersi fatto indagare e che i PM non l’hanno accusato in maniera diretta. Infatti Gravina ha continuato così: “A livello personale c’è amarezza, mi dispiace. Questo mette in difficoltà il sistema, che qualcuno cerca di minare. In tutta l’attività di dossieraggio che sta emergendo sono parte lesa”. Anche perché Gravina ha tenuto a sottolineare un particolare importante: non ci sono imputazioni dei PM.
Infatti Gravina ha spiegato: “Pur non essendo indagato, ieri ho chiesto di esserlo. Non per difendermi dai magistrati, infatti non ci sono imputazioni per il momento”. Questo è il punto focale della vicenda, per lo meno per ciò che riguarda Gravina. Infatti il presidente della FIGC ha messo a disposizione una serie di atti utili alle indagini della Procura. Inoltre è ancora aperta la questione della competenza territoriale. Quindi i PM valuteranno se mandare i fascicoli dell’indagine a Milano o a Firenze oppure se tenerli a Roma. Infatti a Milano è avvenuto l’acquisto dell’appartamento incriminato, mentre Firenze è il luogo della sede della Lega Pro.
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