Dopo la mossa varata dal Governo che ha favorito la sospensione del Decreto Crescita, il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini ha commentato la scelta dopo le numerose critiche.
La fine dell’anno solare ha portato un grande, forse anche un pò inaspettato cambiamento nell’universo calcistico (e non solo) italiano. Il Decreto Crescita, che aveva consentito ai club di Serie A di ingaggiare giocatori dall’estero a prezzo scontato, è stato ormai stoppato. Dall’1 gennaio 2024, dunque, aumenteranno le tasse per i club calcistici che hanno in rosa giocatori stranieri.
Una misura che ha fatto discutere non poco attori di sport e appassionati. Ma anche tanti politici che seguono manifestamente questo sport, come nel caso del vicepremier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, accanito tifoso rossonero che non risparmia mai parole su una delle sue passioni più grandi. E che, anche questa volta, ha deciso di prendere parola in prima persona per commentare l’interruzione del provvedimento.
Diverse società calcistiche non hanno accolto di buon grado il dietrofront della Lega Serie A. Un atto che, invece, è stato visto dai vertici come dotato di buon senso e di equità. Ma soprattutto un atto che può concretamente aiutare il calcio italiano tutto, da tempo in difficoltà rispetto agli altri Paesi europei e in dietro nell’apertura del massimo campionato nazionale ai giocatori giovanissimi.
Ed è su quest’ultimo punto, e non solo, che Salvini ha deciso di dire la sua oggi.
Lo scopo del Decreto Crescita, così come era stato varato nel 2019, era decisamente ben preciso: aumentare la competitività del massimo campionato italiano – e non solo – per rilanciarlo ad altissimi livelli. Dopo anni insoddisfacenti soprattutto a livello Mondiale. Ma questo, a quanto pare, non sembra essere accaduto.
Le parole del ministro hanno ulteriormente rincarato la dose:
Sembra che il problema della nostra serie A sia la mancanza di una sorta di reddito di cittadinanza per i giocatori comprati oltreconfine.
Un provvedimento, dunque, che Salvini sembra aver definito immorale alle orecchie dei suoi colleghi e che, nel tempo, ha dimostrato di non aver portato nulla di positivo al calcio nazionale. Se non quello di ritardare una questione spinosa da affrontare, ovvero quella dei giovani.
In questo modo, infatti, dovranno cambiare le priorità dei club italiani che, adesso, dovranno iniziare a dare molto più peso e maggior centralità ai settori giovanili, fucina di talenti e di nuove stelle che possono illuminare il firmamento del calcio azzurro. O almeno si spera. Che l’Italia, dunque, riparta dai giovani.
This post was last modified on 29 Dicembre 2023
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