Ciclo terminato per il club di Serie A totalmente allo sbando, i tifosi della squadra sono disperati. Voglia di rivoluzione e cambiamenti
Si sa che costruire un progetto nel calcio di oggi è diventato sempre più difficile, dove si pretende tutto e subito, un po’ come accade per la vita quotidiana. Tanta pressione e troppo alta forse la richiesta da parte dei sostenitori, talvolta non fanno altro che destabilizzare l’ambiente, trasmettendo paura ed ansia, piuttosto che tranquillità.
Forse quello che sta succedendo alla Lazio di Maurizio Sarri che sembra una squadra totalmente diversa rispetto a quella vista nelle due passate stagioni. Dopo soltanto sedici giornate di campionato infatti, sono già 7 le sconfitte per i biancocelesti, sprofondati all’undicesimo posto della classifica. Piazzamento ben lontano, dal secondo ottenuto lo scorso campionato.
Un vero e proprio caso quello della squadra capitolina, che in questa prima parte di stagione è stata a due facce, tra Serie A e cammino in Champions League. In campionato infatti, troppo spesso è apparsa una squadra svogliata, a tratti passiva. A dimostrarlo sono gli stessi numeri, impietosi per una rosa il cui obiettivo è competere per i primi quattro posti.
Soltanto sedici gol segnati e ben diciotto subiti. Insomma un dato abbastanza chiaro, che spiega abbondantemente che qualcosa non sta funzionando nella giostra creata da Sarri.
Discorso a parte va’ fatto per la Lazio versione europea, in cui è riuscita a superare il girone di Champions, arrivando alle spalle solo dell’Atletico Madrid di Simeone. Battute invece le concorrenze di Celtic e Feyenoord. A dimostrazione che il valore ed il potenziale è presente all’interno della rosa.
Un po’ come detto dallo stesso tecnico, nel post partita di ieri sera contro l’Inter, non può essere questo la vera dimensione della Lazio.
Pazienza che però inizia a terminare tra i tifosi biancocelesti, secondo cui la rosa è giunta alla fine di un ciclo. Dove è evidente ci sia qualche problematica, soprattutto con i senatori della rosa.
A partire dallo stesso Ciro Immobile, che non è più lo stesso giocatore di qualche anno fa, dove fatica a trovare la profondità come una volta. Così come Luis Alberto, inspiegabilmente partito dalla panchina in un match così importante contro la capolista.
Scelte che hanno fatto discutere, quelle del tecnico d’origine campane, anch’egli finito sul banco degli imputati tra i supporters laziali, stufi del rendimento della propria squadra.
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