È la piattaforma di streaming più utilizzata al mondo per l’ascolto di musica e di podcast: Spotify fa registrare numeri importanti in termini economici, ma ciò non basta per evitare una cattiva notizia.
Spotify è senza dubbio la piattaforma di streaming musicale più di successo al mondo. Nel corso degli anni, il colosso di riproduzione di musica e podcast online ha raggiunto vette di notorietà non indifferente, giocandosela alla pari e, talvolta, dando spallate alla concorrenza. Tutto lascia pensare che il presente e, soprattutto, il futuro di casa Spotify sia destinato a essere tutto rose e fiori, e la conferma arriva dagli ultimi dati in merito ai conti in questo 2023, altro grande anno ricco di soddisfazioni. Spotify, infatti, aveva registrato dati positivi nell’ultimo trimestre una crescita dei ricavi e dei sottoscrittori di un piano Premium superiore a quanto preventivato, generando un utile di ben 32 milioni di euro.
Tuttavia, non mancano le note dolenti: nonostante i buoni risultati ottenuti, il CEO di Spotify, Daniel Ek, si è visto costretto, almeno stando a quanto reso noto dallo stesso diretto interessato, a una scelta dolorosa, che va in controtendenza quasi con i risultati spiegati poc’anzi. Scopriamo insieme cosa ha rivelato Ek e la drammatica soluzione intrapresa da Spotify.
Spotify, nuova ondata di licenziamenti: l’annuncio del CEO
Spotify, anno dopo anno, si conferma come uno dei servizi (se non il più in assoluto) utilizzato per l’ascolto di musica e di podcast online. Gli ultimi dati diffusi dall’azienda, d’altronde, dimostrano la forza di un servizio che ormai è un cavallo di battaglia nel mondo della musica.
Ciononostante, il CEO di Spotify, Daniel Ek, ha deciso suo malgrado di optare per una nuova ondata di licenziamenti. “Per allinearci ai nostri obiettivi futuri e assicurarci la dimensione giusta per le sfide che abbiamo davanti, ho preso la complicata decisione di ridurre di circa il 17% il personale di Spotify“, ha dichiarato Ek in un comunicato, Più nel dettaglio, il numero di dipendenti tagliati corrisponderebbe a circa 1500, che si aggiungono a loro volta agli 800 licenziati nel corso di quest’anno solare (il 6% di gennaio e il 2% a giugno, perlopiù concentrati nell’unità dei podcast, ndr).
“Mi rendo conto – ha poi aggiunto Daniel Ek nel medesimo comunicato – che per molti una riduzione di questa portata sembrerà molto sorprendente, considerata quella che è la nostra recente trimestrale e la nostra performance in questi ultimi mesi”, ha ammesso il CEO, che non ha escluso ulteriori tagli in futuro “per il bene degli obiettivi prefissati”.