Ultimo aggiornamento 14 Novembre 2023 20:25 di Gennaro Di Finizio
Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, è tornato a parlare di Calciopoli dopo diverso tempo dall’ultima volta.
Non è un segreto che la giustizia sportiva in Italia abbia la propria dose di notorietà da sempre, a prescindere dallo sport. Gli ultimi anni non fanno eccezione: basta dare uno sguardo alle ultime due stagioni calcistiche. Infatti l’anno scorso la Serie A è stata scossa dal caso plusvalenze e stipendi, sui cui la giustizia ordinaria deve ancora esprimersi. Dopodiché c’è stato il caso scommesse, sgonfiatosi in un amen dopo l’enorme portata che ha avuto per alcuni giorni. Inoltre, guardando questi fatti, è difficile che non venga in mente Calciopoli, che resta comunque diversa per portata e per ciò che è successo in seguito.
Le vicende di Calciopoli hanno preso nuovamente piede nei mass media nelle ultime settimane, dopo che la Juventus ha annunciato che non avrebbe più portato avanti nessun ricorso per le sentenze. Tuttavia Moggi e Giraudo non sono dello stesso avviso e continueranno la propria battaglia personale. Inoltre c’è chi ha vissuto il processo, per lo meno in parte, da fuori come Massimo Moratti. L’ex presidente dell’Inter è tornato a parlare della vicenda in una lunga intervista alla Gazzetta di Parma, in cui ha dato la propria visione sul momento vissuto in quel periodo.
Calciopoli, parla Moratti
Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta di Parma in cui è tornato sull’argomento Calciopoli. Dopo le varie sentenze è iniziata una vera e propria era nerazzurra in Serie A e non solo, culminata con il Triplete nel 2010. Moratti è tornato così sulla vicenda: “È stato un colpo al cuore per tutto il movimento, ma soprattutto per noi. Siamo stati privati di vittorie ottenute sul campo. Ne uscimmo umiliati. Però si può pensare che le difficoltà generino nuova forza. È una bella filosofia”. Nemmeno la vittoria del Mondiale 2006 è bastata a fermare la valanga Calciopoli.
Dopodiché l’ex presidente dell’Inter ha continuato raccontando cosa gli ha dato più fastidio personalmente. Moratti ha detto: “Vivemmo la sensazione di far parte di un gioco più grande di noi, in cui tutto era deciso con regole di cui eravamo all’oscuro. Però Calciopoli non fu una sorpresa, ma il muro di omertà costruito dal calcio italiano”.
Tuttavia è lampante come la gestione politica e sportiva delle società in Italia passi troppe volte sulla linea grigia tra legale ed illegale. Da qui la necessità di una riforma della giustizia sportiva seria, sulla bocca di tutti quando c’è uno scandalo. Poi però, a scandalo chiuso, la riforma in questione si perde tra un gol ed un altro.