Le condizioni di salute dell’ex pilota di Formula 1 sono da anni ormai avvolte da un alone di mistero. Ora l’avvocato vuole fare chiarezza.
Era il 2013 quando il mondo della Formula 1, e dello sport in generale, si è bloccato per via della notizia del tragico incidente che ha portato Michael Schumacher in condizioni di vita gravi. Ancora oggi c’è un mistero su come sia proseguita la battaglia di Schumi in ospedale e non in tutti questi anni.
Il pilota tedesco, considerato ancora oggi come uno dei migliori della storia, ha reso grande il nome della Ferrari portando il cavallino italiano sul tetto del mondo nello sport automobilistico più seguito. Con la Ferrari l’ex pilota tedesco ha difatti conquistato il mondiale per ben cinque volte di fila dal 2000 al 2004, un vero e proprio dominio rosso. Ritiratosi nel 2012 dalle corse la sua vita, un anno dopo, ha avuto un cambiamento drastico per lui e la sua famiglia. Ricoverato, ed operato d’urgenza, per un trauma cranico con conseguente emorragia cerebrale dopo una caduta dagli sci il tedesco ha poi fatto il suo ritorno a casa nel 2014. Da quel momento del campione ferrarista non si è saputo più nulla. Oggi il suo avvocato esce allo scoperto e ci spiega i motivi dietro tale gestione.
Incidente Schumacher, la rivelazione dell’avvocato
Dopo anni l’avvocato di Schumi ha voluto spiegare le motivazioni dietro il silenzio sulle condizioni del pilota.
L’incidente di Meribel, in Francia, di Michael Schumacher, ha scosso il mondo sportivo. Dopo la volontà di non divulgare nessuna notizia sullo stato di salute dell’ex pilota in questi giorni Felix Damm, avvocato di Schumacher dal 2008, a Legal Tribune Online ha voluto dare le proprie spiegazioni. Le sue parole:
La pressione dei media dopo l’incidente era aumentata notevolmente. Dunque si è deciso inizialmente di fornire alcune informazioni generali sullo stato di salute di Michael da parte dei medici curanti, si tratta quindi di temi legati alla privacy.
Così esordisce Damm, poi continua:
“Si parla di auto apertura della sfera privata e ripetute volte abbiamo dovuto affrontare il tema dell’auto divulgazione nei procedimenti giudiziari. Bisognava proteggere dunque la privacy. Un rapporto sul suo stato di salute ci avrebbe costretto, in futuro, a continui aggiornamenti sulle sue condizioni. Se avessimo dovuto agire contro le speculazioni si sarebbe tornati ancora al tema dell’auto divulgazione volontaria”, ha chiosato infine.
Così conclude Damm, che spiega quindi le motivazioni dietro al quale la famiglia non ha voluto più dare aggiornamenti ufficiali sulle condizioni del 7 volte campione del mondo da quando fu dimesso dall’ospedale di Grenoble nel 2014.