I diritti tv della Serie A dal 2024 al 2029 sono stati assegnati a DAZN: svelato il metodo utilizzato per convincere i club italiani.
Nei giorni scorsi è continuata senza freni la polemica sull’assegnazione dei diritti televisivi per la fruizione delle partite del campionato italiano e alla fine è stato annunciato un nuovo accordo tra la Serie A, DAZN e SKY per il prossimo quinquennio. Fino al 2029 ci sarà la stessa modalità attuale per vedere le partite di calcio italiano ma questo ha scatenato anche l’ira dei tifosi che avrebbero voluto un nuovo cambiamento rispetto al presente.
È arrivata la fumata bianca e ora è stato ufficializzato il nuovo accordo, importante anche dal punto d vista economico per capire come può migliorare, eventualmente, lo status del calcio italiano.
Serie A ancora su DAZN: la nuova offerta
Pochi giorni fa è stato reso ufficializzato l’accordo per i diritti tv tra Serie A, DAZN e SKY. Il calcio italiano, dunque, resterà invariato rispetto a quanto accade ora, con il campionato di Serie A che sarà trasmesso ancora interamente su DAZN, con 7 partite in esclusiva e con le altre 3 gare in co-esclusiva con SKY.
L’accordo fino al 2029 ha fatto infuriare Aurelio De Laurentiis che ha preferito non partecipare alla votazione, lasciando il suo posto a sedere in Assemblea prima del “sì” di 17 squadre e del “no” di altri due club.
DAZN è riuscita ad aggiudicarsi nuovamente i diritti tv con una mossa sorprendente che porterà grandi ricavi a tutti i club di Serie A. La tv ha deciso di fare un’offerta da 700 milioni di euro l’anno – che si vanno a unire ai 200 milioni offerti da SKY per l’offerta completa di 900 milioni l’anno – ma ha inserito anche un’altra clausola di gran livello per convincere i club.
Si chiama “revenue sharing” e permetterà ai club italiani di guadagnare in base ai guadagni di DAZN. Come funziona il revenue sharing? DAZN concederà alla Serie A il 50% dei ricavi se andrà oltre i 750 milioni di fatturato. Questo sta a significare che per le squadre di Serie A ci sarà un ulteriore incasso di 60 milioni ogni anno.
Grazie al revenue sharing è come se le società di Serie A diventassero soci al 50% di DAZN nello sviluppo di un canale da cui incasseranno la metà dei ricavi, senza mai sostenere i costi e senza i rischi dello stesso canale. In cambio, però, DAZN chiede i migliori giocatori della Serie A per contenuti speciali da offrire ai propri abbonati.