Spesso in Serie A si parla di numero eccessivo di stranieri che non permette la crescita e lo sviluppo dei calciatori e del calcio italiano.
Il calciomercato degli ultimi anni ha portato tantissimi calciatori stranieri in Italia e secondo molti addetti ai lavori è stata anche questa la causa di un calo drastico della Nazionale Italiana nelle qualificazioni agli ultimi Mondiali e nelle difficoltà che si stanno vivendo. Acquistare calciatori dall’estero è sicuramente più semplice che farlo in Italia, soprattutto dal punto di vista fiscale.
Questo è il motivo principale che ha portato molte società a puntare soprattutto calciatori di altre nazionalità. Oltre, ovviamente, all’aspetto del marketing che è sicuramente più attraente all’estero che in Italia.
Serie A, Decreto Crescita ancora attivo: lo sfogo di Calcagno
Nelle ultime settimana ha fatto discutere la questione relativa al Decreto Crescita. La legge approvata dal Governo permette alle aziende di assumere lavoratori stranieri per avere la possibilità di sfruttare tanti sgravi fiscali. Per il calcio, per esempio, si arriva a sconti importantissimi sulla tassazione, di circa il 50%.
E qualche giorno fa si era deciso di voler eliminare il Decreto Crescita, facendo andare in panico tutti i presidenti di Serie A. In realtà per le aziende sportive la legge sarà ancora valida e per questo motivo si sono scatenate ulteriori polemiche, soprattutto da chi porta avanti la battaglia dello sviluppo di calciatori italiani.
Umberto Calcagno, presidene dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC), ai microfoni di Radio Anch’io Sport, ha parlato del mancato stop al Decreto Crescita, dichiarandosi contrario a questa decisione. “Comporterà l’aumento degli stranieri e il sempre più risicato spazio per i vivai, un trend che ha portato al minutaggio degli stranieri superiore al 70%“, ha fortemente criticato Calcagno.
“Credo sia una grande ingiustizia“, ha rivelato Calcagno perché “nel mondo dello sport ci sono calciatori che pagano metà dell’Irpef rispetto agli italiani ma anche agli stranieri che erano già in Italia prima del decreto“, ha tuonato il presidente AIC, che poi ha spiegato che dal suo punto di vista “è sportivamente ingiusto“.
“Il vero problema – spiega Calcagno a Radio Anch’io Sport – è che stiamo cercando di rafforzare i vivai nazionali e poi ci scontriamo con una Serie A che sembra disinteressata”.
Il presidente AIC, Umberto Calcagno, poi conclude il suo intervento svelando che si è deciso di andare avanti “con una norma fiscale che rende talmente più convenienti i calciatori provenienti dall’estero che vanifica tutti i nostri sforzi“.