Lasciare l’Inter per vivere una nuova vita in Svezia non è stato semplice per Riccardo Brugnoni, portiere dello Skellefteå: il suo racconto.
Il portiere italiano classe ’99, nato a Perugia il 10 marzo, è ora una star italiana nella seconda divisione del campionato svedese. La sua carriera è costellata di sorprese, l’ultima delle quali è l’addio all’Italia per volare in Svezia e cogliere una grande occasione per giocare e mettersi in mostra.
Riccardo Brugnoni, in esclusiva ai nostri microfoni, ha raccontato la sua vita, le sue scelte calcistiche e soprattutto il coraggio di lasciare casa, famiglia e amici a 21 anni per cogliere un’occasione importantissima durante il Covid-19.
“L’esperienza in Svezia sta andando molto bene, sono già alla quarta stagione“, racconta Brugnoni – “Mi piace la calma e l’ottima qualità di vita. Credo che in europa sia uno dei migliori posti dove vivere!“.
Riccardo Brugnoni è originario di Perugia e il suo sogno nel cassetto è di poter difendere i pali della squadra della sua città, di cui è anche grande tifoso.
“I miei obbiettivi a lungo termine qui in Svezia sono quelli di arrivare nella massima serie svedese e avendo 24 anni ho ancora un po di tempo dalla mia parte. Mi sono ambientato bene in questo calcio fisico e sento di poter fare il grande salto, continuando a lavorare sempre al 100% ogni giorno in ogni allenamento e in ogni partita”.
Sogno nel cassetto? “Mi piacerebbe, un giorno, poter giocare in serie A per la squadra della mia città, Perugia“.
Sogni anche il ritorno in Serie A? “Onestamente no, non ci penso. Ma se dovessi farlo sarebbe solo per tornare a casa, perché sarei disposto a dare tutto per fare il meglio per la mia città, come è normale che sia. Vederli in serie C fa male, perché merita palcoscenici più importanti“.
Come mai hai lasciato l’Inter? “Ero in una situazione tra scegliere minutaggio con una squadra di Serie D o fare un anno ad aspettare il mio turno sotto età in primavera. Cosi ho scelto di andare a giocare prima alla Vibonese, poi al Gozzano e infine alla Trestina. E posso dire che è andata decisamente bene, visto che a 18 anni ho vinto subito il campionato di Serie D“.
Com’è nata l’ipotesi Svezia? “Era periodo Covid e tutto era fermo. Un giorno mentre mi stavo allenando a casa durante il lockdown mi arriva una chiamata ed era un mister inglese che mi conosceva per via delle giovanili – lui era stato prima al Manchester City e poi all’Athletic Bilbao – e cosi appena ho saputo della possibilita di poter riniziare a giocare senza aspettare non ho esitato un secondo“.
Il periodo di Brugnoni all’Inter è iniziato nel 2012 e finito nel 2017 e proprio in quegli anni è diventato anche tifoso nerazzurro. Non lo era – confessa Riccardo – ma vivere Appiano Gentile tutti i giorni lo ha portato a “innamorarsi” dei colori nerazzurri.
Cosa ti resta dell’Inter? Cosa porterai sempre con te? “Gli allenamenti in prima squadra e i consigli di portieri come Handanovic. La professionalità e la concezione di essere professionista già dai 14 anni è qualcosa che non dimentichero mai. Non tifavo nessuna squadra se non il Perugia, ora sono un vero e proprio tifoso dell’Inter. E questo dice molto su cosa siano stati per me i vari anni di Inter“.
Hai qualche rimpianto per la tua esperienza italiana? “Nessun rimpianto, tutto nella vita succede per una ragione. Sono grato per tutto quello che ho passato e vissuto e sono felice per quello che ho al momento, con la speranza di un futuro ancora migliore“.
Consigli ai giovani calciatori di vivere esperienze lontano dall’Italia se non trovano chance? “Spesso andarsene è piu una questione di coraggio perché devi imparare nuove lingue, abitudini e devi adattarti a una cultura diversa. Bisogna ricordarsi che la chance te la cerchi, se puoi devi andare, non e semplice arrivare e giocare all’estero, ma è una cosa che consiglio veramente!”.
This post was last modified on 22 Settembre 2023
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