Nella città italiana quello dei taxi è un problema che diventa sempre più inaccettabile: l’ultima decisione fa scattare le proteste.
I taxi e i loro conducenti non riescono a trovare, per più di un determinato periodo, la pace che tanto vorrebbero raggiungere. Adesso, poi, dopo l’ultima decisione ufficiale arrivata, partono anche le proteste dal momento che una richiesta specifica non è stata accolta. Ecco cosa sta accadendo.
Le proteste dei tassisti, specialmente nelle maggiori città italiane, non accennano a placarsi. Nonostante alcuni momenti in cui si affievoliscono. Stavolta, però, l’ultima decisione presa a Milano ha scatenato l’ira dei più, dal momento che la richiesta fatta dal sindaco Beppe Sala non è stata accolta.
Il primo cittadino della città ha infatti mandato una proposta alla Regione Lombardia, che però dal canto suo ha chiuso alla cosa. Almeno per il momento non si procederà verso quanto avrebbe agevolato il lavoro nella città che registra più movimento nel territorio in questione.
Milano, Sala propone licenze in più per i taxi: la Regione Lombardia risponde con un secco no
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha qualche giorno fa mandato una richiesta ufficiale per ottenere ben mille licenze in più rispetto a quelle che attualmente ci sono già nella sola città di Milano. Proprio per dare ai cittadini milanesi e ai turisti/lavoratori che frequentano giorno dopo giorno la città, la possibilità di muoversi con più facilità. Ma la Regione Lombardia ha risposto alla richiesta con un secco rifiuto.
Le intenzioni sarebbero infatti quelle di procedere con i taxi che sono al momento disponibili e di potenziare il sistema di trasporto cittadino. Situazione questa che ha fatto scoppiare ancora una volta le proteste perché trovare un taxi libero, specialmente con il servizio notturno e nei fine settimana, sta diventando ogni giorno che passa sempre più difficile.
Dal Comune stesso di Milano è stato reso noto che è aumentato il numero di richieste inevase per tutte le chiamate ricevute. La percentuale è del 30% in più di chiamate a vuoto nelle notti del fine settimana e dell’8% nei giorni feriali. Una situazione che, però, almeno per il momento non sembra essere destinata alla risoluzione.