La procura federale contro la Juventus: verrà chiesta la retrocessione in un caso!

Ultimo aggiornamento 23 Dicembre 2022 11:26 di Simone Falasca

Non sarà un clima di festa quello che si respirerà in casa Juve: la Procura federale ha riaperto l’inchiesta legata alle plusvalenze, annullando la sentenza di assoluzione del 27 maggio scorso. Questo è ciò che riporta la Gazzetta dello Sport, dichiarando che non è solo il club bianconero a temere ripercussioni.

Altre 8 squadre sono coinvolte nelle indagini, le stesse che erano finite nel mirino della Procura durante il primo processo: Sampdoria, Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara. Il caso è stato riaperto grazie alle intercettazioni telefoniche, ambientali, documenti informatici e scritti a mano, che per il capo della Procura, Giuseppe Chinè: “Dimostrano l’esistenza di un sistema, di una
organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuate non
per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economico-finanziarie
“.

Come si sviluppa il processo

La Corte federale ha 30 giorni per convocare l’udienza. Da quel momento inizierà il processo vero e proprio, con la Procura che decreterà le pene per i dirigenti e le società coinvolte, le quali possono essere punti di penalizzazione per il prossimo campionato fino alla retrocessione, ipotesi più lontana.

Nella seconda indagine, oltre alle già citate Samp e Empoli, in questa seconda indagine potrebbero essere coinvolte Sassuolo, Atalanta, Empoli e Udinese alla luce delle nuove intercettazioni. Tra i casi analizzati dalla Procura rientrano lo scambio Pjanic-Arthur, gli acquisti di Audero e Cancelo ma anche lo scambio tra Spinazzola e Pellegrini e quello tra Caldara e Bonucci.

La Juventus ha rilasciato un comunicato in cui dichiara che: “Confida di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il
giudizio rispetto alla decisione della Corte federale di Appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta
“.

Alfonso Martino

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