Tra i protagonisti degli ultimi anni nerazzurri, Nicolò Barella si apre in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui il centrocampista sardo fa il punto sullo spogliatoio dell’Inter, il momento no che ha caratterizzato l’inizio di stagione e il rapporto con giocatori come Brozovic, Lukaku e Onana.
Sui primi mesi di campionato, Barella ha dichiarato: “Un campionato lo vince chi fa meno errori. Finora il Napoli non ne ha commessi, mentre noi ne abbiamo fatti tanti. Da un certo punto in poi però ci siamo riuniti per risolvere la questione tutti insieme e i risultati si vedono“.
Della riunione fatta dai giocatori interisti però non viene rivelato tanto: “Ho una regola: non si parla di quello che succede nello spogliatoio. Però ci sono dei momenti in cui è bello, e serve pure, guardarsi in faccia e parlarsi. In quel momento avevamo perso il focus, credevamo che per quanto fatto e vinto prima tutto ci fosse dovuto. Il nostro obiettivo resta lo stesso: provare a vincere lo scudetto“.
Il ritorno di Lukaku è stato un tema caldo dell’estate interista e sicuramente ci si aspettava un apporto maggiore del centravanti belga. Barella si è espresso così sul numero 9: “Il suo addio era stato un duro colpo, anche per come era arrivato durante il ritiro: con quel gruppo avevamo creato un feeling speciale. Ora tocca a Romelu inserirsi nel nostro nuovo modo di giocare. Sappiamo quanto frte sia, quanta voglia abbia soprattutto quando viene criticato“.
Altro topic bollente è il rinnovo di Skriniar, leader in campo e nello spogliatoio dell’Inter, su cui Barella ha detto: “Non mi sono mai permesso e mai mi permetterò di dare consigli. Ognuno fa le sue scelte e poi, a fine carriera, si vedrà se sono state giuste o sbagliate. Spero rimanga, questo è ovvio, perché oltre ad essere incredibilmente forte, è un fratello“.
Viene dato spazio nell’intervista anche alla maturazione del centrocampista, sia in campo che nella vita privata. Sugli ottavi di Champions, Barella ha dichiarato: “Ho pensato per molto tempo all’espulsione di Madrid e ai due turni di squalifica: è stato brutto da vedere per chi mi guardava. Quell’errore mi ha forgiato, ho capito che in campo devo tenere la parte del mio carattere più focosa da parte“.
Avere responsabilità da genitore ha aiutato il centrocampista della Nazionale: “Ho tre figli a 25 anni perché questo ho sempre voluto. Oltre all’orgoglio del papà che cresce assieme ai bambini, sento anche la responsabilità di non deluderli perché iniziano a vedere come mi comporto in campo“.
Chiusura infine sul suo futuro nerazzurro : “Mi vedo in campo nel 2026 ancora da interista“.
Alfonso Martino
This post was last modified on 9 Dicembre 2022
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