Ultimo aggiornamento 1 Dicembre 2022 11:00 di redazione
Il caso plusvalenze in casa Juventus continua ad alimentarsi con nuovi dettagli: intercettate delle dichiarazioni di Cherubini su Paratici e l’ex dirigente Marotta.
Il clima all’interno della società bianconera è tutt’altro che sereno in questi giorni, come confermato dall’improvvisa decisione da parte del CDA bianconero di dimettersi per le gravissime accuse di falso in bilancio.
In attesa di conoscere quali saranno le ripercussioni sportive (e non) che la vicenda avrà, fa parecchio scalpore quanto detto dal direttore sportivo Federico Cherubini e l’ex CFO del club Stefano Bertola in delle chiamate prontamente intercettate dalla procura di Torino e riportate stamani dalla Repubblica.
Cherubini su Paratici: “L’ho avvisato più volte ma non gli importava”
“Io una situazione così brutta non me la ricordo. Faccio solo un nome: calciopoli. Anzi, peggio perché calciopoli avevamo tutti quelli che ci davano addosso. Qui ce la siamo creata noi”. Cosi si è espresso Bertola il 23 luglio, dieci giorni dopo l’inizio delle indagini da parte della Consob.
Cherubini, invece, in un’altra conversazione telefonica con Bertola, si sfoga a proposito di Fabio Paratici, individuato dalla procura come possibile “mente” dietro lo scandalo: “Con Fabio non si poteva ragionare. Finché c’è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta bianca. Lui si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente. L’ho avvisato più volte che stavamo esagerando. Sarà anche una modalità lecita ma hai spinto troppo. Lui mi ha risposto che non gli importava e che nessuno ti poteva dire nulla se facevi 4 o 10″.
Ruggero Gambino