Lo scorso 21 novembre, alla prima gara dei Mondiali in Qatar per l’Iran, i giocatori iraniani non hanno cantato l’inno nazionale per protesta contro il proprio Paese.
Le violente proteste scatenate nel paese in seguito alla morte di Mahsa Amini non sono state ignorate dai giocatori della Nazionale che hanno voluto esprimere vicinanza al proprio popolo con un segnale molto forte.
Secondo Ansa, dopo il rifiuto di cantare l’inno, i giocatori iraniani sono stati convocati ad un incontro con i membri del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC).
Il gesto non è stato accettato e sono arrivate minacce pericolose ai calciatori da parte del regime di Teheran. Ai membri della Nazionale è stato detto che le loro famiglie affronteranno “violenze e torture” se non canteranno l’inno nazionale o se aderiranno a qualsiasi protesta politica nella partita che affronteranno oggi contro gli USA.
L’ansia per una gara fondamentale per il passaggio del turno viene accumulata da minacce e pressioni: come si comporteranno adesso i calciatori?
Francesco Tancini
This post was last modified on 29 Novembre 2022
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