In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Dani Alves ha parlato dei Mondiali, del suo Brasile, ma anche del proprio passato alla Juventus.
In particolare, il suo commento sulla sua breve esperienza in maglia bianconera riguarda un discorso più ampio su come, talvolta, le caratteristiche dei terzini non siano affini al gioco espresso dalla loro squadra:
“Cambia da squadra a squadra. Così come un giocatore estremamente difensivo nel Barcellona non ha senso, allo stesso modo un laterale offensivo in un team che predilige la difesa non lo avrà. Fu lo stesso per me alla Juventus, una squadra che strutturalmente era fatta per difendere. Io tentavo di spingere ma ciò non andava bene con l’idea della squadra, cosa che mi ha precluso la possibilità di giocare quanto mi sarebbe piaciuto. Occorre scegliere il giocatore adeguato alle esigenze della squadra. Hanno preso un giocatore con un potenziale offensivo incredibile, ma non era ciò che gli serviva. Non avevo mai calciato lungo in vita mia, non potevo certo cominciare a 33 anni. Hanno sbagliato a prendermi“.
Sulle sue sensazioni alla terza partecipazioni a Mondiali:
“La squadra si è adattata al calcio moderno senza perdere la sua essenza. Merito di Tite, ma anche della rosa piena di talenti. Il Brasile oggi non ha eguali per quantità di giocatori brillanti, però siamo anche molto equilibrati. Sono in nazionale da 16 anni e questo è il miglior momento per noi a livello di giocatori. Se siamo i favoriti? Certo, il Brasile lo è sempre, per tradizione e storia. Cose che contano in questi tornei“.
Ruggero Gambino