“Il 13 novembre dovremo essere tra le prime quattro della classifica per giocarci lo scudetto da gennaio in poi e dovremo aver passato il turno in Champions League“. Queste sono le dichiarazioni di Massimiliano Allegri alla vigilia della prima di campionato contro il Sassuolo, che delineano un inizio di stagione con ambizioni e prospettive molto più alte rispetto ai risultati poi ottenuti.
Possiamo perciò dedurre, per ammissione dello stesso allenatore, anche se non in maniera diretta al 100%, che per programmazione societaria, mercato estivo e qualità della rosa la Juventus aveva in mente un progetto sportivo ben diverso da quello che si sta poi verificando, mettendo in risalto i numerosi errori fatti dalle diverse componenti societarie, in primis quelle tecniche.
Sembrano parole dette al fine di stemperare i bollenti spiriti quelle di Allegri nella conferenza stampa post Benfica, nella quale afferma che, seppur la squadra sia triste e dispiaciuta per l’eliminazione precoce, non si possa parlare di fallimento, in quanto le sconfitte fanno parte del gioco e possono capitare. Dichiarazioni che stridono con, ad esempio, il mercato effettuato dai bianconeri nell’ultimo anno solare, che ha visto arrivare giocatori del calibro di Vlahovic (75 milioni di euro), Di Maria, Paredes, Milik, Pogba, Zakaria (pagato circa 20 milioni di euro, ceduto dopo soli 6 mesi), da aggiungere a tutti i campioni che possedeva già in rosa.
Concesso il buco nell’acqua del primo anno, concluso con zero trofei, si pretendeva che questo fosse il vero anno della rinascita, motivo per il quale, tra le altre cose, Andrea Agnelli ha personalmente optato per il ritorno di Allegri. Il bilancio sportivo però parla chiaro: fuori dalla Champions in malo modo con un turno d’anticipo e distacco di 10 punti dalla prima in campionato.
Bonucci, Di Maria, De Sciglio, Rugani, Rabiot, McKennie e Kean. Questi sono, secondo il Corriere dello Sport, i giocatori in partenza e prossimi all’esclusione dal progetto Juventus, per vari motivi. A differenza loro, giocatori come, ad esempio, Vlahovic, Bremer, Miretti, Chiesa, Danilo, Locatelli, Perin e Pogba, sono per la Juve le certezze del futuro da cui ripartire, considerati perciò intoccabili.
Differente la situazione del tecnico toscano, il quale ha la piena fiducia del Presidente Agnelli, ma deve assolutamente migliorare la sua situazione prima della pausa per i mondiali, magari collezionando qualche risultato positivo, ad esempio, visto lo scarso livello di gioco espresso e mai troppo ricercato. Questo sembra essere infatti l’unico periodo in cui la società bianconera potrebbe pensare al cambio di allenatore in corsa, visto il mese di tempo che, eventualmente, il nuovo tecnico avrebbe per gettare le basi e ripartire con un nuovo ciclo, cosa altrimenti possibile solo nella pausa estiva.
LORENZO PIERANTOZZI
This post was last modified on 27 Ottobre 2022
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