Ultimo aggiornamento 14 Ottobre 2022 12:03 di redazione
Il pareggio di Barcellona ha certificato l’uscita dell’Inter dalla crisi, iniziata alla terza giornata di campionato dopo la sconfitta con la Lazio. Da quel momento, i nerazzurri avevano latitato nel gioco e nei risultati, tanto da perdere tutti gli scontri diretti per le zone nobili della classifica.
L’allenatore Simone Inzaghi era stato tra i primi a finire sul banco degli imputati, addirittura veniva chiesto a gran voce un suo esonero per svoltare la stagione. In poche partite il tecnico ha fatto ricredere anche i più scettici, cambiando impostazione di gioco e ritrovando la compattezza del gruppo.
Il DNA europeo di Inzaghi
I numeri dell’allenatore in Champions League sono esaltanti: 1,75 punti di media a partita e terza qualificazione agli ottavi su tre vicinissima, Viktoria Plzen permettendo. In Serie A la media punti è inferiore (1,66 a partita), nonostante le avversarie siano sulla carta più abbordabili. Questo denota una grande capacità dell’allenatore nel saper preparare e gestire le partite contro avversari di prima classe.
L’anno scorso l’Inter ha saputo tenere testa al Real Madrid durante la fase a gironi, giocandosi il primo posto nella sfortunata trasferta del Bernabeu. Agli ottavi l’accoppiamento con il Liverpool è apparso proibitivo a tutti, eccezion fatta per l’allenatore nerazzurro che si è giocato la qualificazione fino all’ultimo minuto. La vittoria di Anfield, storica quanto ininfluente, aveva già mostrato la caratura internazionale dell’Inter, riconfermata in questa stagione.
La doppia sfida contro il Barcellona si è conclusa con un bilancio più che positivo, tanto da suscitare rammarico per la mancata vittoria al Camp Nou. La squadra di Xavi non ha trovato spazi per scatenare la classe dei suoi acquisti multimilionari e ora rischia la clamorosa retrocessione in Europa League.
Gli accorgimenti per il cambio di rotta
Dopo alcune partite in cui era parso in evidente confusione, Inzaghi ha saputo ritrovare la giusta rotta. La decisione di abbassare il baricentro ha giovato a tutta la squadra, che riesce a essere più solida in difesa e pericolosa in attacco grazie a veloci ribaltamenti di fronte e scambi veloci.
La squadra ha mostrato di seguire l’allenatore, smentendo tutti coloro che parlavano di un gruppo disunito e allo sbando. La crescita di Lautaro Martinez come leader tecnico e temperamentale ha aiutato il gruppo a uscire dalla tempesta, in attesa del ritorno di Lukaku, che dovrebbe avvenire a breve. Anche gli altri uomini chiave dello spogliatoio, Skriniar e Barella su tutti, hanno raggiunto la condizione psico-fisica ottimale per rendere al meglio, con risultati evidenti in campo.
Grazie all’abnegazione e al lavoro quotidiano, i nerazzurri hanno saputo trovare la luce in fondo al tunnel. Adesso serve continuità di risultati per assicurarsi definitivamente gli ottavi di Champions e rientrare con forza nella corsa scudetto. Il gruppo è tornato sano e forte, grazie al lavoro di Simone Inzaghi che si gode questa ritrovata felicità.
FEDERICO LUIGI DI MINGO