Torna a parlare ai microfoni Luciano Moggi, ex dirigente sportivo, ai microfoni del Live Palermo Football Summit. Sul posto presente un inviato della nostra redazione, Giacomo Pio Impastato. Queste le parole rilasciate.
Sui dirigenti odierni: ”Manca la materia, non c’è più una preparazione adeguata per essere un dirigente con la D maiuscola. Quando compri o vendi un giocatore, quando devi fare una plusvalenza, si deve sapere il perché farlo e analizzare i motivi. Se si conoscono queste cose, unite a un’ottima conoscenza del calcio, si è dei dirigenti perfetti.
Io non sono stato perfetto ma conosco il diritto e il calcio come il diritto.
Il lavoro del dirigente non è solo dialogare con squadra e allenatore. Loro devono soltanto sapere che alle spalle c’è un dirigente che sa fare bene il suo lavoro. In quel caso ci sono tutti i presupposti per un progetto vincente. I dirigenti al giorno d’oggi non controllano più i conti e non sanno cosa sono le plusvalenze. Vanno all’allenamento, guardano i calciatori, stanno insieme alla squadra e niente più. Questo è ciò che sta rovinando il calcio di oggi“.
Sulla questione relativa alle tante trattative dei procuratori che portano i calciatori ad andare a scadenza di contratto con i propri club: “I giocatori ora vogliono diventare padroni delle società attraverso le trattative a parametro zero. Non c’è più un rispetto“.
Sulla Juventus e gli altri club di Serie A: “Parlare di Juventus in questo momento è riduttivo. È vero che ha vinto 2 partite anche a Bologna, ma non ha presentato un gioco particolare. È probabile che sabato andiamo a Milano e vinciamo.
Per quanto riguarda la preparazione, sicuramente siamo indietro rispetto a molti club d’Europa.
Alla Juve in questo momento corre solo Milik, perché ha fatto preparazione in Francia. Anche Kostic ha una buona preparazione, anche in questo caso svolta in Germania però.
Presto torneranno in campo Chiesa e Pogba, ve lo dico io con certezza assoluta.
Le partite amichevoli rovinano la muscolatura e penalizzano l’agonismo. Il Napoli, ad esempio, ha fatto 30 giorni in montagna, ad esempio, e vanno veloci, hanno un buonissimo ritmo. Sono ben rodati rispetto al Milan, Inter e Juventus.
L’Inter ha giocatori molto fisici e per questo ritardano ad arrivare in condizione.
I richiami post mondiale devono essere fatti bene soprattutto nel Milan, Inter e Juventus non avendo fatto una preparazione adeguata, ma soltanto delle amichevoli.
Noi ieri facevamo una partita di rimessa contro una squadra israeliana di modesta qualità.
Nel campionato saranno favorite squadre che non hanno impegni infrasettimanali, questo incide tanto. L’Atalanta è meno stellare ma è più compatta e razionale.
L’Udinese, invece, è una squadra rispettabile e soprattutto è gestita davvero bene. Il patron Pozzo mantiene un profilo molto basso davanti alle telecamere, ma il lavoro che svolge dietro è impressionante”.
Su Mino Raiola: “Mino è nato con me, lo chiamavano ‘il pizzaiolo’. Più che un pizzaiolo, però, era un ristoratore, aveva collaboratori capaci e sapeva trattare i giocatori come pochi. Avevo tanta fiducia in lui, al contrario di altri che poi però, si sono ricreduti. Ad esempio Zlatan Ibrahimovic venerava Mino Raiola. Per lui è stato un punto di riferimento e se è diventato un campione, molto lo deve al suo procuratore“.
Su Nedved: “Incontrai Florentino Perez prima che diventasse presidente dei Blancos, quando mi rivelò questo suo desiderio. Allora ho pensato che se lui fosse diventato presidente io sarei diventato ricco con la Juventus. Appena diventato presidente ho deciso di prendere Pavel Nevded. Lo presi attorno ai 45 milioni. Non dissi nulla a lui. Una volta incontrato e propostogli di venire alla Juventus lui rifiutò. Io lo richiamai mentre era all’estero dicendogli “ti mando un aereo privato, vieni qua e decidi tu cosa fare”. Ho avvisato tutti i giornali e quando arrivò i giornalisti erano tutti attorno all’aereo. A Roma venne definito traditore e venne da noi”.
Ritorna su Calciopoli: “Fu una farsa, hanno distrutto il calcio italiano. Il Presidente della Lega allora faceva gli interessi del Milan, di Adriano Galliani, di Carraro, di chi non voleva retrocedere e chi non riusciva a vincere il campionato.
Il sito Avvocati.it, pubblicando le varie intercettazioni legate a quel caso, sta semplicemente cercando di fare chiarezza su quanto successo. La verità che è passata alla storia è una verità bugiarda, perché i fatti dicono che non mi è stato permesso difendermi. Ai tempi Enzo Biagi parlando di Calciopoli lo definì ‘Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla’. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?”
Sul Var in Italia: “Il var non mi piace, è un metro di giudizio troppo soggettivo.
Spesso capita che un arbitro al teleschermo e un altro in campo non la pensano allo stesso modo”.
Su Zamparini: “Ho avuto dei problemi con Zamparini un po’ particolari. Lo conoscevo molto bene quando era in B col Palermo e si presentò da me chiedendomi Miccoli. Gli chiesi se aveva un arbitro da far designare e lui mi disse il nome di un arbitro poi per un sorteggio che lui non sapeva fosse stato fatto pensò che io comandassi gli arbitri. Mi ha fatto litigare anche con Ballardini. Perché il venerdì mi chiamava per chiedermi “te che formazione metteresti in campo?” e io in base all’avversario gliela dicevo. Dopo una decina di volte, Ballardini le disse “E a te chi te le dice queste cose?” e lui rispose: “Moggi”. E mi ha fatto litigare con Davide”.
Alessio Nicolosi
This post was last modified on 6 Ottobre 2022
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