Ultimo aggiornamento 25 Settembre 2022 17:49 di Stefano Cori
Anche l’amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, ha presenziato al festival dello sport di Trento rilasciando diverse dichiarazioni legate all’attualità in casa neroverde.
Sull’operazione di calciomercato a cui è più legato:” A livello di giocatori importanti ce ne sono state diverse. Quella che, però, ricordo con maggiore piacere risale agli inizi della mia carriera nel calcio quando lavoravo per una società dilettantistica e riuscì a cedere un giocatore al Monza avendo così la possibilità di conoscere Giuseppe Marotta. In questo modo si può dire che sia iniziato il mio percorso. Locatelli, Boga, Scamacca e Raspadori sono, invece, tutte operazioni più recenti a cui sono legato particolarmente.”
Su Augustin Alvarez:” Contro il Torino ha fatto un bel gol, ma anche una bella prestazione. Lo seguivamo da tempo: è un calciatore di talento, un giovane che può crescere e darci grandi soddisfazioni. Proprio com’è nella politica sportiva del Sassuolo calcio.”
Su mister Dionisi: “Sapevamo che poteva essere un’annata non facile, con alcune cessioni importanti, ma siamo contenti. Potevamo portare a casa qualche punto in più a casa, ma la strada è stata quella giusta.”
Sulla crescita di Raspadori fra Napoli e nazionale italiana:” Ero a San Siro è ho esultato tantissimo perché sono legato molto ad un ragazzo fantastico, oltre che un giocatore di grandi qualità. Non volevamo cederlo, ma sapevamo che di fronte a tali opportunità era qualcosa di giusto da fare.”
Su Domenico Berardi:” Domenico è da anni che è la nostra bandiera. È il giocatore che rappresenta la nostra squadra. Il patron Squinzi avrebbe voluto che Berardi diventasse la nostra bandiera e adesso questo suo desiderio si sta esaudendo.”
Sulla prossima sessione di calciomercato invernale:” Sarà tutto da scoprire. La stagione è molto particolare, con anche la sosta per il Mondiale nel mezzo: non sappiamo cosa potrà accadere. Mi auguro che quanto meno sia un mercato migliore di quello estivo che è stato davvero molto fermo.”
Nicolò Novara