In occasione dell’evento del Foglio a San Siro, l’imprenditore e presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha rilasciato una lunga intervista toccando tutte le tematiche più calde della squadra bianconera.
Riguardo alla vittoria di almeno un titolo: “La Coppa Italia conta solo se si perde? No, ogni trofeo conta e credo che il più importante in assoluto sia il campionato perché ti dà la dimensione e fotografia di chi è più forte di tutta la stagione. Mentre le altre competizioni a eliminazione diretta o andata e ritorno possono essere figlie di 20 minuti e non sempre la più forte vince. Quella più importante è il campionato, quella con più appeal è la Champions League ma ogni titolo conta“.
Su eventuali rimpianti: “Ogni stagione chi non vince porta rimpianti. Ci sono stati tanti momenti, l’ultimo con l’Inter, ma quest’anno abbiamo avuto molti momenti negativi, quello che fa effetto è che la partita con l’Inter ci avrebbe messo a pari punti con loro, mentre durante tutto l’anno i giudizi diametralmente opposti sulle due stagioni. Il compito nostro è giudicare una stagione a fine anno mentre si ha la tendenza di giudicare ogni partita e ci si perde“.
È intervenuto anche in merito alla Superlega: “È stato un anno complicato, ma così come noi abbiamo il pieno rispetto degli organi inquirenti, esigiamo lo stesso. Quindi abbiamo fiducia che l’operato della società sia stato corretto, siamo in Borsa, abbiamo revisori interni ed esterni ed esigiamo rispetto. Ritorniamo sull’aspetto di come certe notizie vengono commentate in determinati momenti e in altri.
Fa riflettere la veemente reazione delle organizzazioni internazionali su un gruppo di club, alcuni dei quali si sono spaventati e hanno indietreggiato. Per sostenere la battaglia giuridica bisogna sentire di avere le spalle larghe e credere fortemente che il modello attuale può avere delle revisioni. La Uefa ha una posizione monopolistica, non è una governance moderna ed è il punto principale del ricorso alla Corte Europea: libera concorrenza in un libero mercato.
Le funzioni diverse e i compiti servono, ma non possono essere in capo a uno solo. Con calma e serenità attenderemo il giudizio della Corte europea. I dialoghi sono interrotti ma questo non toglie che dal mio punto di vista rimangano affinità. Non è stato un attacco personale a Ceferin, come l’ha interpretato, il tempo sarà galantuomo.
Su Paulo Dybala: “E’ un grande giocatore, le decisioni sono figlie di momenti. A dicembre se mi aveste chiesto di Vlahovic alla Juventus vi avrei detto che era impossibile…”.
Si continua parlando del rapporto con Marotta: “Mi manca? Sì, è una persona che manca perché gli voglio bene. In quel momento sono state prese decisioni e su di lui fatte riflessioni che all’inizio lo attiravano e poi non più. La società aveva preso altre decisioni. E’ venuto all’Inter e ha fatto molto bene. Ritrovarmi oggi con lui, Zhang con cui mi trovo molto bene e un mio ex compagno di università, gli voglio anche abbastanza bene all’Inter, che è particolare”.
Chiosa finale sullo scudetto: “Due punti e quattro partite, può succedere di tutto. Io spero sempre in un suicidio collettivo e che noi vinciamo quattro partite…”.
This post was last modified on 28 Aprile 2022
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