Ultimo aggiornamento 23 Aprile 2022 15:24 di Chiara Dell’Orto
Christian Eriksen, ex centrocampista dell’Inter oggi al Brentford, ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport Uk.
Dopo aver detto che, se dovesse segnare contro il Tottenham nella sfida di stasera, non esulterà, ricorda il fatidico 12 giugno scorso allo Stadio Parken di Copenaghen, quando, durante la sfida degli Europei tra Danimarca-Finlandia, si accasciò a terra: “Ricordo di aver fatto la rimessa laterale, ma ovviamente non ricordo di essere caduto. Poi mi sono svegliato con le persone intorno a me, ma non so davvero cosa sia successo finché non sono stato in ospedale“.
Continua sui rischi del tornare in campo: “Se ci fosse stato un rischio, non sarei tornato. È stato così facile. Hanno fatto tutti i test, sono rimasto tre mesi senza fare nulla, solo rimettendo a posto la mente con la mia famiglia. Poi ho iniziato ad allenarmi a poco a poco, ricostruendo lentamente, ma allo stesso tempo tenendo sotto controllo tutto quello che c’era da controllare e cercando di testare il cuore. Ho un ICD, quindi sono al sicuro. Ma alla fine, non c’era rischio sul ritorno in campo, quindi non c’era motivo per me di interrompere la nostra vita normale perché non c’era un dottore che diceva “non dovresti farlo”. Dovevo solo parlarne con la mia famiglia. Ma mi hanno detto di riprovare. Tutti i test sono andati bene e poi non c’era motivo di pensare di non giocare più. Ho detto a Sabrina, l’altra mia metà, di tenere le mie scarpe. Anche alle infermiere in ospedale il primo giorno, ho detto “tenetele, non avrò più bisogno di queste”. Poi due giorni dopo ho cambiato idea perché il dottore è entrato e ha detto che potevo avere un ICD“.
E sul cambio di prospettiva: “Questo ha cambiato un po’ la mia mentalità rispetto ai giorni prima perché i primi giorni non avevo intenzione di tornare a giocare, volevo essere solo un papà. Ma con l’ICD non è cambiato niente rispetto a prima. Per quanto riguarda il calcio, sono lo stesso. Ma mentalmente sono un po’ più rilassato. Guardo tutto dalla prospettiva di essere in buona salute quindi tutto va bene, qualunque cosa accada“.
Un riferimento anche al suo club: “Il Brentford? Da quando ho avuto il primo contatto con Thomas (Frank, ndr) a dicembre, ho avuto una buona sensazione per tornare in campo. Sono grato al club, all’allenatore e allo staff del Brentford. Fin dal primo giorno mi hanno aiutato, cercando di ottenere il meglio da me e dalla squadra”.
Conclude sul futuro: “Il futuro? Non lo so. Mi sto solo godendo il momento, ogni partita è davvero divertente da giocare. Quello che accadrà in estate sarà una decisione per me come calciatore e come padre di famiglia. Tutto è aperto. Al Brentofrd mi hanno davvero mostrato molto amore e ho cercato di ripagarli per quello che mi hanno mostrato. Ogni opzione è aperta, a Brentford o altrove”.