Ultimo aggiornamento 20 Aprile 2022 14:46 di Federico Cataldi
Il calciatore del Genoa, Manolo Portanova, è stato accusato di violenza sessuale di gruppo assieme ad altri 3 giovani ragazzi, tra cui un minorenne. L’indagine si è aperta con la confessione di una ragazza senese di 22 anni la quale, nella notte del 30 maggio 2021, si era recata in un appartamento del giocatore con un’amica. “A un certo punto ho sentito la presenza di altre persone che ridevano in camera da letto. Mi sono alzata con la scusa di prendere una bottiglia d’acqua e ho acceso la luce: davanti a me c’erano tre uomini nudi“, riporta il Secolo XIX. Quanto accaduto in quella terribile sera vivrà con me per sempre. Giorno dopo giorno, passo dopo passo“.
Dopo l’abuso subito, la ragazza si sarebbe recata subito al pronto soccorso. Le violenze (percosse, sputi, insulti, accanimento animalesco sul corpo) sarebbero state compiute da due o tre ragazzi per volta: “Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati. Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire, ma nessuno in realtà la cercava“. Tutto ciò ha procurato alla ragazza lividi sui fianchi, sui glutei e ferite profonde alle parti intime, accertate dai medici, con una prognosi superiore ai 40 giorni. Oltre ai danni fisici, definiti permanenti, la ragazza si è sottoposta a frequenti visite dallo psichiatra, per il quale ha sofferto di “stress acuto, ansia, oscillazione dell’umore e riduzione dell’appetito”.
L’avvocato di Manolo Portanova, Gabriele Bordoni ha proposto una linea difensiva: “Con ogni probabilità chiederemo di aver accesso al rito abbreviato. Si tratta di una scelta obbligata per evitare che tutte le parti rivivano una vicenda che ha portato a sofferenze. Abbiamo svolto indagini dalle quali a nostro parere emerge che il rapporto è stato consensuale”. La ricostruzione della ragazza e del suo avvocato, Jacopo Meini, è diversa: “È stato un atto di violenza assurda e immotivata. C’era il consenso a un rapporto sessuale con il calciatore, non con gli altri. Ora voglio solo giustizia per quanto accaduto quella notte”. Anche lo stesso calciatore si difende: “Da mio padre e dal mondo dello sport ho ereditato valori sani e il rispetto per tutti, in particolare per le donne. Sono addolorato per i danni psicologici patiti dalla ragazza“.
L’udienza preliminare è fissata per il 7 giugno. La pena per questo reato prevede la reclusione dagli 8 ai 14 anni di carcere.