Massimiliano Allegri, in un’intervista a “GQ”, ha parlato della Juve, del suo futuro ed ha anche svelato qualche retroscena circa il suo passato.
Ha parlato di quanto fosse stato vicino al Real Madrid: “L’ho detto e lo ripeto: quest’anno avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato Florentino Perez e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato. Da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto nessun dubbio. A livello professionale sarebbe stato il coronamento di un percorso, certo: Milan, Juve, Real. Ma nella vita non si può avere sempre tutto e io sono davvero contento e orgoglioso di aver allenato per quattro anni il Milan e ora essere al sesto in un club come la Juventus. Al Real ho detto no due volte. La prima è stata mentre ero in fase di rinnovo con la Juve: dissi al presidente del Real che avevo già dato la mia parola a Andrea Agnelli“.
Riguardo la pausa di due anni e il suo futuro da allenatore: “La pausa ti cambia, cambia l’approccio al lavoro, la gestione, non è facile ritrovare subito l’abitudine a certi ritmi. Per me il lavoro è passione e divertimento, altrimenti non riuscirei a farlo, credo. Lo dico sempre: nel momento in cui sarò stanco o non avrò più voglia e non mi divertirò più, smetto. E se non sono in condizione di accorgermene da solo spero che qualche mio amico me lo dica: ‘Smetti perché sei patetico‘. Uno che mi è rimasto come punto di riferimento è Platini, il primo giocatore a smettere a trentadue anni. C’è l’aspetto economico certo, c’è la fama, la passione. Però va trovata la forza per capire quando è giusto smettere e come è giusto farlo”.
Riguardo la sua Juve: “È una bella sfida, interessante, che ho la fortuna di affrontare al fianco di una proprietà che è la stessa da sempre, e che ha voglia come me di tornare a vincere. Quando sono arrivato la prima volta nel 2014 era tutto diverso; Antonio Conte aveva fatto un gran lavoro insieme alla società, vincendo tre campionati e costruendo una squadra molto forte che andava solo rifinita. Quest’anno è una squadra molto diversa da quella, con molti giovani, con giocatori forti ma con meno esperienza. Però stiamo ripartendo da una base chiara, che è il Dna della Juventus, e che consiste nel tornare a vincere ma sapendo soffrire e avendo voglia di lottare sempre. Tornando ho trovato un gruppo di ragazzi disponibilissimi oltre che tecnicamente bravi. Si sono messi subito a disposizione, con molta voglia di lavorare che è un elemento che ti trasmette questo club. Io credo che la Juve stia ritrovando il senso d’appartenenza, che è molto importante in prima squadra ma anche nel settore giovanile”.
Su Morata e Danilo: “Una sorpresa meravigliosa è stato Danilo. È un campione, un ragazzo molto intelligente, responsabile e che si mette sempre a disposizione della squadra. I Bonucci e i Chiellini li conosciamo già, però Danilo è stato veramente una scoperta. La sera che la società ha preso Vlahovic ho chiamato Álvaro e gli ho detto: ‘Non ti muovi da qui perché ora con lui diventi un giocatore molto più importante’, e così è stato. Discutere Morata tecnicamente è da folli“.
Alessandro Maurizio Polo
This post was last modified on 31 Marzo 2022
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