Anatoliy Tymoshchuk, icona del calcio ucraino, ex capitano della nazionale, di cui detiene il record di presenze (144) e ora allenatore dello Zenit San Pietroburgo, rischia di essere rinnegato dalla Federcalcio Ucraina poiché non si è schierato pubblicamente, né ha rilasciato dichiarazioni in merito all’invasione russa dell’Ucraina.
L’ex calciatore, ritiratosi a 37 anni, che ha militato in patria nel Volyn e nello Shakhtar (dove Nevio Scala gli affidò la fascia di capitano), poi in Russia nello Zenit, e nel Bayern Monaco vincendo ben 21 trofei tra cui anche una Coppa Uefa, una Supercoppa e una Champions League, oltre ad essere accusato da connazionali ed ex compagni di squadra per il suo silenzio, ora subisce l’attacco della UAF, che sostiene che l’ucraino abbia violato il codice etico della federazione e che stia danneggiando l’immagine del calcio gialloblu. La UAF lamenta inoltre che, non solo Tymoshchuk non ha rilasciato dichiarazioni, ma, ancor più grave, non ha smesso di collaborare con lo Zenit.
Il Comitato per l’etica e il fair play della Federazione è pronto a prendere in considerazione l’ipotesi di togliergli tutto: titoli, riconoscimenti, record e anche le licenze per allenare. Ecco dunque che Tymoshchuk si trova davanti a una scelta obbligata: restare in silenzio e perdere tutto o prendere una posizione e perdere, probabilmente, soltanto lo Zenit.
Chiara Dell’Orto
This post was last modified on 9 Marzo 2022
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