Intervenuto a Radio Deejay, l’attaccante rossonero Zlatan Ibrahimovic ha espresso tutta la sua delusione per il mancato accesso alla fase ad eliminazione diretta del suo Milan in Champions League. Nel corso dell’intervista, lo svedese ha inoltre offerto una panoramica sui prossimi obiettivi dei rossoneri, raccontando anche alcuni aneddoti personali riguardanti la sua vita privata e la sua carriera calcistica. Queste le sue parole:
“Siamo delusi per l’uscita dalla Champions, mi dispiace tanto, ma lotteremo per vincere lo scudetto – assicura Ibrahimovic -. Faremo di tutto per vincerlo e non molliamo. Nel fallimento c’è la base per il successo, cresceremo e faremo esperienza“.
CAPITOLO TROFEI – “Non so perché non mi hanno mai dato il Pallone d’oro, io penso a giocare. Dipende come si guardano le cose. Messi ha vinto il Pallone d’oro, ma dicono che l’avrebbe meritato Lewandowski. Non ho vinto neanche la Champions, dicono che non la vincerò mai, ma questo non cambia la mia carriera. Non cambia neanche le mie qualità, anche perché qualcosa ho vinto…”.
ARBITRAGGIO E DIFESE AVVERSARIE – “Se fossi un arbitro non fischierei tanto, perché mi piacciono i duelli. In Inghilterra lasciano giocare, in Italia è diverso.” Poi una considerazione sull’evoluzione del suo stile di gioco e sui difensori avversari: “Oggi il mio rapporto con i difensori è tranquillo, prima era una bomba, non sapevo se perdevo la pazienza o ero tranquillo. Prima i difensori mi attaccavano e non avevano rispetto, adesso è diverso. Ma c’è qualche difensore di vecchia generazione che stimo, come Chiellini. Mi piace quando c’è un po’ di ‘guerra’, così mi sento vivo”.
VITA PRIVATA – “Tutto quello che ho passato ha costruito ciò che sono oggi – racconta lo svedese -. Non avevo alternative da ragazzo e le strade che c’erano non erano buone, mi sono concentrato sul calcio e lo volevo tutti i costi. In Svezia mi vedevano come straniero e non come svedese, e questo mi ha motivato. Secondo me non è solo una questione di talento. Puoi diventare qualcuno anche senza talento se hai voglia e motivazione. Vale per tutti i lavori”.
ACCORDO MANCATO CON IL NAPOLI – Il programma era andare a Napoli per quattro mesi, vincere lo scudetto e tornare in Svezia. Ero in America e Raiola mi diceva di tornare a giocare in Europa, in Italia. In quel momento ho guardato documentario di Maradona, i tifosi erano una cosa incredibile. Avevo parlato con il Napoli, ma il giorno in cui avrei dovuto firmare hanno mandato via Ancelotti. Mi aveva convinto, era tutto fatto. Avevo parlato tanto con lui e il giorno che è andato via mi sono sentito tanto insicuro. Poi è arrivato il Milan. Le cose sono andate bene e a fine stagione ho deciso di prolungare il contratto. Non avevo parlato con mia moglie e sono andato sulla passione. Ho paura di ritirarmi”.
SANTO ROMEO
This post was last modified on 9 Dicembre 2021
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