Episodio di violenza ad un giornalista e suo figlio dopo Verona-Inter

Ultimo aggiornamento 30 Agosto 2021 11:09 di Thomas Treccani

Bruttissimo episodio di violenza allo stadio Bentegodi di Verona al termine dell’anticipo di venerdi sera tra Verona e Inter. Il giornalista e conduttore televisivo Fabrizio Nonis è stato aggredito e picchiato, subendo una perforazione del timpano, insieme al figlio di 22 anni: “Siamo usciti dallo stadio contenti e felici per aver visto una bella partita. Era da due anni che non andavamo allo stadio”.

Il giornalista ha poi continuato: Stavamo ricordando l’ultima trasferta al Bentegodi, 11 anni fa, quando la squadra della nostra città, Portogruaro, era in serie B. E di quella trasferta non avevamo un bel ricordo della tifoseria gialloblù. Abbiamo visto che c’era all’angolo un bar dove ci saranno state centinaia di persone, tutte ammassate e senza mascherina che discutevano della partita e bevevano. Ho immaginato che fosse un luogo di ritrovo degli ultrà dell’Hellas e ho preferito dire a mio figlio Simone di fare un giro più largo. Premetto che quando andiamo allo stadio non portiamo mai bandiere, sciarpe ed evitiamo abiti che possano richiamare i colori sociali delle squadre in campo”. 

Nonis ha poi raccontato che un gruppo di tifosi del Verona si è staccato dal tavolino del bar e li ha inseguiti per più di 300 metri: ”A un certo punto hanno cominciato a urlare ‘Ehi, tu, ehi voi. Che ore sono?’. Ci siamo fermati e mio figlio ha risposto: ‘Le undici meno dieci’. Erano a un metro da noi. Un uomo fra i 45 e i 50 anni, con il cappellino dell’Hellas in testa mi ha chiesto ‘Che c.. ci fate qua’. A quel punto ho pensato che forse sarebbe stato meglio rispondere in dialetto, così da far capire che eravamo veneti anche noi e ho risposto che eravamo venuti a vedere la partita. ‘Che squadra tifate?’ mi ha detto l’energumeno. Ho detto che non tifavo per nessuna squadra, ma lui mi ha incalzato e allora ho detto che avevo simpatie per l’Udinese”. 

Il giornalista ha poi raccontato di aver passato 15 minuti di terrore puro dove lui e suo figlio sono stati picchiati ininterrottamente da una decina di tifosi gialloblu. I due sono stati salvati poi da un anziano che sentendo le grida è sceso dal suo appartamento. “In ospedale sono arrivati anche gli agenti della questura e della Digos, che mi hanno riconosciuto, cosa che, invece, escludo abbiano fatto i tifosi, anche se sarebbe più corretto chiamarli delinquenti. Volevano picchiare per fare male, hanno lasciato stare chi si allontanava dallo stadio in gruppo e hanno beccato due persone non con corporatura robusta che passavano per strada. La nostra fortuna è stata quella di non reagire. E va anche aggiunto che nessuno è intervenuto in nostro soccorso anche solo per chiamare la polizia”. 

Sull’accaduto si è espresso anche il sindaco di Verona Federico Sboarina che ha commentato: “Condanno ogni tipo di violenza, che per nessun motivo è accettabile. Ancora più intollerabile se fatta nei confronti di un padre con un figlio, fuori dallo stadio dopo aver assistito a una partita in serenità. Nessuno può permettersi di minare la sicurezza di chi vuole godersi uno spettacolo sportivo, a maggior ragione con atti di violenza gratuita verso due persone tranquille che non avevano fatto alcuna provocazione e tornavano alla loro macchina.

Anche l’Hellas Verona ha preso posizione con un tweet “Hellas Verona FC censura con sdegno e fermezza qualsiasi atto di violenza o intimidazione, ovunque e da chiunque esso venga perpetrato, esprimendo massima solidarietà al signor Nonis e al figlio”.

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