Il futuro di Manuel Locatelli sembra ormai orientato verso Torino, destinazione Juventus. Una ricompensa figlia delle ottime annate trascorse al Sassuolo sotto la guida del tecnico bresciano, Roberto De Zerbi.
Le convincenti prestazioni con la maglia azzurra, inoltre, rappresentano la conferma del processo di maturazione del prodotto delle giovanili di Atalanta e Milan.
Ma come siamo arrivati a parlarne con così tanta insistenza?
È il 22 ottobre del 2016 quando una conclusione improvvisa e ben indirizzata, dell’allora giovanissimo giocatore del Milan, si infila alle spalle di un incolpevole Buffon, consegnando ai rossoneri una vittoria che mancava da quattro anni. Le lacrime di emozione, condite da un celato ottimismo da parte dei tifosi, lasciano presagire un seguito ricco di speranze e soddisfazioni.
Gli esigenti sostenitori di fede rossonera fanno ricadere sulla squadra, e sullo stesso giocatore, diverse critiche che ne segneranno un inevitabile calo di rendimento. Questo tipo di flessione porterà a Montella prima e Gattuso poi, a preferirgli il più esperto Biglia per le partite di campionato, lasciandogli maggior minutaggio per i match di Europa League.
Nell’estate del 2018, passa al Sassuolo con la formula del prestito oneroso (2 milioni) con obbligo di riscatto fissato a 12 (bonus compresi).
La risoluzione dell’enigma legato al suo ruolo attanaglierà Roberto De Zerbi, che riuscirà a valorizzarne i punti forza, sopperendo i limiti. Inizialmente la sua collocazione è quella di vertice basso di centrocampo nel 4-3-3. Ma è il successivo passaggio al 4-2-3-1 che segnerà la svolta e la vera ripresa della sua carriera. Nei due di centrocampo, infatti, è in grado di partecipare maggiormente al gioco sfruttando le sue doti tecniche e le capacità di interdizione in più zone del campo.
La squadra neroverde, anche grazie al suo innesto, riuscirà a concludere il campionato all’ottava posizione in classifica: un piazzamento storico per gli emiliani.
“Ho un debole per Locatelli. Giocargli vicino è semplice: è un centrocampista moderno. Può giocare in qualsiasi big europea. E più giocherà con i bravi, più migliorerà. È un predestinato, la palla tra i piedi non gli scotta”.
[Francesco Magnanelli, capitano del Sassuolo, intervista a Sportweek]
Locatelli è stato in grado di sfruttare ogni singolo vantaggio del gioco di De Zerbi. I meccanismi vincenti della macchina neroverde devono molto alla notevole crescita dell’ex Milan. Oggi ci troviamo di fronte a un giocatore più maturo in grado di dare continuità al gioco, di leggere l’azione, capace di trattare il pallone e di indirizzarlo ai compagni, usando la testa.
Alla Juventus riabbraccerebbe Massimiliano Allegri, al tempo tecnico del Milan, primo fra tutti ad intravedere in lui del potenziale e così audace da aggregarlo alla prima squadra, alla tenera età di 15 anni. Ed è proprio dalle idee del tecnico livornese che la consacrazione del calciatore lombardo potrebbe avvenire definitivamente. Quest’ultimo si sposerebbe bene con i moduli adottati dall’allenatore bianconero che gli affiderebbe l’arduo compito di dover dar luce a un centrocampo, come quello bianconero, di sole ombre. L’ulteriore sfida di Manuel sarebbe quella di poter dire la sua, ritrovando una big e riscattandosi per la mancanza di fiducia concessagli nei primi anni di carriera.
Ora il tempo stringe e una decisione verrà presa presto.
Manuel Locatelli non può più nascondersi.
La Juventus avrà puntato sul cavallo vincente?
This post was last modified on 29 Giugno 2021
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