Ultimo aggiornamento 23 Aprile 2024 18:15 di admin
Anche se in questo momento di crisi sanitaria il problema della sospensione pressochè totale del calcio e di tutto lo sport in generale passa ovviamente in secondo piano, è altrettanto chiaro che certamente la diffusione del Covid-19 e le conseguenze che ne sono derivate ha creato e creerà in futuro parecchi problemi alle federazioni sportive ed alle società annesse.
Limitandoci solamente al calcio italiano, la Lega Serie A ha stimato che il danno derivante dal blocco del campionato avrà una portata che nella migliore delle ipotesi sarà attorno ai duecento milioni di euro, e nella peggiore supererà la soglia dei 650 milioni, dovuti complessivamente al mancato incasso dai botteghini, mancato pagamento dei diritti tv, marketing ed altri introiti di vario genere.
Ma il blocco dei campionati non colpisce solamente i protagonisti delle partite, ma anche tutte le attività ed i settori che in un certo qual modo al calcio sono collegati. Pensiamo solo al gioco pubblico, con la chiusura di sale scommesse, sale giochi e sale Bingo. Questo è un settore che nel 2019 ha garantito allo Stato entrate per circa 7 miliardi di euro su un totale di circa 16 miliardi complessivi certificati dal Ministero delle Finanze. Ebbene, si è stimato che la perdita complessiva per il settore del gioco sarà attorno ai 600 milioni di euro per ogni mese di blocco delle attività.
Certamente uno dei settori più colpiti è quello delle scommesse sportive, dato che la mancanza di competizioni impedisce fisicamente al pubblico di giocare e spendere non solo nei punti scommesse, ma anche e soprattutto online. Oltre a questo, non va dimenticato che connesse alle scommesse sportive ci sono numerose attività, come per esempio i siti specializzati che forniscono pronostici, i programmi di affiliazione, professionisti del marketing, quindi persone che in questo momento rischiano conseguenze molto pesanti nell’ambito lavorativo.
Il settore dei giochi poi, era già stato colpito a partire dall’estate scorsa dai provvedimenti del famoso “Decreto Dignità”, in base ai quali si dava una censura pesantissima alla pubblicità dei siti scommesse ed alle sponsorizzazioni alle società sportive, interventi teoricamente volti a fronteggiare e combattere la ludopatia. Se il danno stimato per le squadre di Serie A dai mancati introiti è stato fissato attorno ai 100 milioni di euro annui, certamente maggiore è stato l’impatto sugli operatori del gioco a distanza che proprio su pubblicità e partnership fondavano gran parte del proprio marketing.
Senza fermarsi troppo sulle cifre, appare quindi evidente che l’emergenza Covid-19 sta creando notevoli problemi di tipo economico a tutto il mondo dello sport. Si sta quindi ragionando su quali siano le misure da prendere, sia a livello sportivo che soprattutto a livello economico per far si che alla ripresa delle competizioni tutto il sistema riesca a reggersi in piedi.
E’ allo studio da parte della Lega Serie A quello che possiamo definire come decreto “salva pallone”, ovvero un insieme di provvedimenti che si chiede vengano messi in atto dal Governo per gli scopi di cui sopra. Tra questi interventi, significativa è proprio la revisione del Decreto Dignità nella parte in cui vieta le sponsorizzazioni alle imprese operanti nel betting.
Questo da un lato ridarebbe slancio alle collaborazioni tra bookmaker e società, cosa che avviene praticamente in tutti gli altri campionati europei e mondiali, porterebbe certamente denaro sia nelle casse del mondo del pallone globalmente inteso e sia nelle casse dello Stato, e dall’altro lato consentirebbe agli operatori del gioco di recuperare mediante la pubblicità quanto investito a livello di sponsorizzazione, per la buona pace di tutti.