L’edizione odierna de La Repubblica affronta il tema AS Roma: il giornale rivela che durante il saluto dell’Olimpico, lo scorso 26 maggio, tra i due storici giallorossi è stato detto un misterioso “non volevo“. Perchè è stata pronunciata questa frase? è l’interrogativo.
Il quotidiano, incuriosito dalla faccenda, ha indagato arrivando ad una conclusione. Scrive: “Un’ inchiesta di Repubblica – che ha avuto accesso a fonti dirette e carteggi interni, compresa una mail che getta una nuova luce sul rapporto tra i due capitani – può oggi documentare un grumo di ricatti e trame di spogliatoio che dice molto non solo della Roma e di Roma, ma anche del doppio fondo del calcio professionistico”.
È una storia che comincia a metà agosto del 2018, racconta la Repubblica: in quel momento il bilancio societario era in ordine e la squadra dodicesima nel ranking UEFA. Le cessioni importanti come Alisson e Nainggolan sono state dure mafu preso Nzonzi che però, a De Rossi non piaceva. “Ritiene quell’acquisto un avviso di sfratto, considerando il francese un suo doppione”: così il giocatore mandò avanti il suo agente per chiedere la rescissione del suo contratto. Affrontò personalmente la dirigenza e in un momento di collera avvisò: “Se non risolviamo la cosa, vi faccio arrivare decimi”.
Da quel momento qualcosa si è rotto.Il giornale racconta che Ed Lippie, preparatore atletico e uomo di massimo fiducia di Pallotta, ha svelato i problemi interni inviando una mail a Pallotta in cui avvisava di avere occhi ed orecchia a Trigoria. Il quotidiano svela il contenuto del messaggio:
“Spiega che i quattro “senatori”, che cita – De Rossi, Kolarov, Dzeko e Manolas – ritengono il gioco di Di Francesco dissennato, dispendioso sul piano della corsa ma misero su quello della tattica. Lamentano l’ indebolimento della squadra.L‘ ottavo re di Roma, il suo figlio prediletto, è mal tollerato – così scrive Lippie – da coloro a cui ha consegnato il testimone e che pubblicamente non smettono di celebrarlo. Le fonti di Lippie chiedono che l’ ex “Capitano” venga allontanato da Trigoria se necessario cacciando Di Francesco cui Totti è legatissimo”.
Le fonti sono il medico sociale Riccardo Del Vescovo e il fisioterapista Damiano Stefanini, scrive il giornale. Monchi, Totti e l’ intera struttura societaria furono informati della mail: Monchi rassegnò le dimissioni (che vengono respinte). Per Totti quel racconto è una ferita profonda. C’erano da affrontare traguardi di stagione e non volevano creare una crisi che mettesse poi in difficoltà la squadra: alla fine decisero di “metterci una pezza”.
Pallotta ed i soci ridistribuirono deleghe e mansioni: ma la squadra era già entrata in un tunnel. Quando la Roma è uscita dalla Coppa, sono stati messi alla porta Di Francesco, Monchi, Del Vescovo e Stefanini. I senatori, scrive la Repubblica, sono certi che a mandarli via sia stato Totti: ecco perchè tra i due ex capitani è calato il gelo. Fino al momento dell’abbraccio e quella frase sussurrata “Non volevo“.
This post was last modified on 30 Maggio 2019
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